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| Frammenti di vita in un ricordo fatto di lacrime amare
angoli di strade solitarie dove nessuno ti viene a cercare
vagabondi la vita elemosinando monete e sorrisi
leggi a volte solo disprezzo su quei visi
fetido della tua stessa solitudine segui una scia
che non ti porterà mai via.
Eri un uomo, un tempo bambino e forse anche felice
ora barbone, ti disprezza chi te lo dice
e nel fondo della tua bottiglia cerchi riparo
in bocca il gusto dolce amaro
negli occhi le lacrime ben nascoste al cuore
fra le mani il ricordo di un amore.
Vagabondo della vita, stracci che vestono senza dignità
miseramente solo nella tua povertà
una panchina come letto ed un cartone per coperta
e la gente che passa e va di fretta
solo col tuo fetido ricordo di te
ti rigiri stanco nei tuoi perchè.
Guardo il tuo corpo martoriato dall'indifferenza
mi sento in colpa con la mia coscienza
tendi la mano, un po' di soldi per bere
affogando la dignità di chi non vuol sapere
e dentro l'ennesimo rifiuto, muori lentamente
indifferente è chi passa velocemente.
Vagabondo della vita, nemico di te stesso
la tua solitudine non chiede mai permesso
ti resta appiccicata addosso, maleodorante
e si perde il tuo cammino dondolante
restano soltanto i miei rimorsi senza fine
mentre tu, fermo dentro il tuo esile confine. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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