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| Una preghiera mattutina
Mentre fuori cade pioggia,
mi avvicino alla finestra,
il giallo di una ginestra
che mi colora l'anima
e sorrido di nuovo
ora che è un giorno nuovo
e penso che non mi lasci mai,
io che immagino sentieri perduti
nei boschi una volta vissuti,
io che percorro coi ricordi
i paesaggi della Lunigiana,
d'inverno nella tramontana
in attesa della primavera
nel mattino, in una preghiera.
Vieni qui, ora che non siamo più lontani,
una spiaggia bianca
e il mare della Toscana
che s'abbarbica nelle nostre menti
e nei cuori penitenti
e penso che non mi lasci mai
perché da soli chissà dove cadremo,
chissà dove cadrai,
forse in abissi sconosciuti.
E noi sopravviviamo
In un Italia che non c'è più,
che cambia in peggio
verso un futuro senza futuro,
ci teniamo stretti
mentre camminiamo
su mura antiche
e guardiamo le verdi acque
oltre le secche giallastre
evitate dalle navi lattescenti,
quei raggi una volta lucenti
di primo mattino
ora sono opachi e spenti
come il sole dopo il vespro.
E le facce stanche della gente,
amiche di tutti, amiche di niente,
i visi tracciati da amari sorrisi,
i capelli ondeggianti adagio
al refolo del tramonto di aprile
che non ci porta al passato
che avremmo volentieri riabbracciato,
attraverso quei borghi
e quelle mura di creta,
accarezzando le tue vesti
come dolce seta.
Ma tu non mi lasci mai
In questo tempo di desolazione,
della perdita della tradizione,
non mi lasci solo a camminare
sulla via Francigena
per una nostra espiazione, un pellegrinaggio
verso il luogo del sogno e dell'eterno coraggio.
E siamo qui noi due
Che rimaniamo attaccati
Alla nuda terra ormai arsa
E spazzata dal vento,
siamo qui come due canne al vento
fuori dai palazzi dei re
ma per questo
lontani lo sai dai miasmi,
da un parlare malvagio
e condito di inutili chiasmi.
Siamo qui che guardiamo avanti
Fregandocene delle offese
E dei vuoti giudizi
Della gente ormai colma di vizi
Che non conducono il cuore
Distante dal porto delle afflizioni
Arrivando in lidi di nuove percezioni.
E siamo qui amore mio
Al di sopra delle provocazioni
Di un infelice poeta crudo
Dinanzi al rossore dei nostri cieli ormai nudo. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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