L'esistenza è avvinta ad una terra,
una madre grande,
dove il sole carezza la mattina
quando lambisce la tua pelle,

dove gli uomini ancora vivono,
dove non s'argina la vita
sulle note
di semplici strumenti d'emozione.

Terra che non chiede proprietari,
dove non si ferma il grande ciclo della vita,
terra che non accetta confini
se non quelli che ella stessa si detta,
terra dove i fiumi
non hanno direzione.

Terra dove l'amor di madre
è profondo quanto i suoi abissi,
dove si pagano gli errori
dove sverna la rondine.

Terra dove non esiste l'ombra,
dove negli occhi di un bimbo
avverti
la vera voglia di vivere.

Terra dove il deserto cede il posto alle foreste,
per poi tornare
con sinuose curve dorate,
terra dove musica e danze
delicatamente s'intrecciano
per pennellare sulla tela del mondo
il colore del giorno e il profumo della notte.

Terra dove la pioggia
è accolta a gran tripudio,
dove bagnar la pelle arsa e amara
con pure gocce d'acquazzone
è speranza e buon auspicio.

Terra razziata,
dove nelle arcane rughe d'una donna
vi è scritta la storia del suo popolo.

Terra di popoli e tribù,
di lontane tradizioni,
e singolari costumi.

Terra, terra, terra...

Terra... culla di Vita.