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♦ Adriana Bellanca | |
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«Un grande amore, nato in giovane età, custodito allevato, svezzato, fatto di mille progetti di giuramenti, di piccole grandi cose, pianti, risa toccando il cielo col dito, quasi già vera unione, lo si vede morire, solo per orgoglio e pura incomprensione, subbentra dentro di noi un male strano incomprensibile, che sfiora la follia -» |
Inserita il 26/03/2011 |
che fu del nostro tempo
che fu di quel forte tormento
che forte disperava, il cuor ovunque stava
Di quell'amor sfrontato, che un po' toglieva il fiato
Sorrisi, smarriti, persi dagl'occhi fuggiti
Avide, umide labbra, cercar tra silenzi le bocche?
Che fu, di te, di me, di noi, che tanto s'implorava
quel sempre insieme stare, comunque e come vada
che fu dei nostri cuori, che fu di quelle mani
che strette nelle stesse, cercavano ovunque il domani
Che fu dei tanti baci, d'abbracci, di carezze
di fiumi di parole, ch' empivano da sole, notti di certezze
Che fu di quel sognare, di quel sicuro amore
che volgeva al cielo, milioni di promesse
Che fu del passeggiare, in notti lungo il mare
a far volare sogni, dal fare un po ribelle, a costruir castelli
A rincorrer stelle, agli scambi intensi di pelle
D'addii di persi amori, di films, col batticuore, di pianti
di sospiri, giudizi, condanne condivise, di
separati amici?
Chissà, se ancor tu pensi, a quello che io penso
a ciò che mi tormenta, a quello che io sento
prima di dormire?
O fai come io faccio, raccogli in un abbraccio
con pena ed emozioni, cocci
d'un troppo amar errato
dipinto d' illusioni -- |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«un'amor, cresciuto, allevato, viziato, un poco incorniciato, poi smarrito, per la strada, è cosa assai amara, che sa di disperato, d'un amor errato, forse, troppo amato -
Ad Antonella, con una lieve carezza.» |
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