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«E' sempre più attuale questo stato di cose, il divario tra le classi è abissale.» |
Inserita il 04/09/2011 |
Dedicata a te,
che quando nascesti, avevi
già na vita de banchetti,
da onorà co la tua presenza
e, manco tanto attenta,
così, tanto pe essesce.
Nun hai mai conosciuto la ristrettezza,
e mo te lamenti,
che tè mancata na carezza.
C'hai tutto, sordi, fama, prestigio,
nun te devi scomodà c'è papà, c'è mammà!
C'hai zio che è ammanicato co a politica e politicanti,
affaristi e teatranti,
senza er minimo sforzo,
ne un lamento,
godite sto momento!
Infonno l'artri che farebbero ar posto tuo?
mica è corpa tua se sei nato fortunato,
se te sei diplomato, eppure laureato,
nelle scuole prestigiose,
senza sforzo e co la lode.
Scusa se me permetto,
t'ho riconosciuto dar doppio petto,
dall'aria, de chi l'ha fatta franca
sotto ogni aspetto.
Nun c'hai da preoccupatte,
de che magnà, de che pagà, de che vestitte,
cè er popolo che se sacrifica pè questo.
Tu padre si che c'è sa fa,
compra titoli, arza prezzi,
sta de qua, sta de la,
onnipresente,
dove c'è da sfruttà.
Poi c'ha l'amici sua che l'aiutano a prosperà,
tutti insieme, concorreno al Pil de sto paese,
se distribuiscono, l'utili e i dividendi,
senza fasse complimenti!
Oggi c'hai da rinnovà l'armadio,
la moda del 2010 è sorpassata,
mica vorrai sfigurà,
te vengono pure a casa,
a prennete le misure,
a fatte misura quello che te va.
Ma na cosa te la vojo dì,
nun so invidiosa della tua ricchezza,
so arrabbiata, che è diverso.
Perché, pè fatte sta bene a te,
er popolo tutto, c'ha i pensieri,
de come tirà avanti,
de come mantenesse la dignità!
Se tu padre e tutti l'amici sua smettessero de rubà,
c'è sarebbe na speranza,
forse quarcosa potrebbe cambià,
dico forse, perché
non esiste un ricco così ricco d'avecce na coscienza,
ne un povero così povero da crede a sta scemenza! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«La diseguaglianza, il male della società. Il divario tra le genti, l'ingiustizie sociali, i più, relegati ai margini, in strade ed angoli di sola fatica. Un dialetto romano maccaronico, quello della gente comune.» |
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