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Sei una di quelle donne
che spingono gli uomini alla morte.
Ti guardo.
Invecchio.
Non ti conosco,
non so cosa sei,
non so a cosa servi.
Nel dubbio, ti odio.
L'unica cosa che so di te
è che sai muovere le dita dei piedi:
lo dichiarasti sugli scogli e le rovine di una notte che era un caldo uovo nero
prima che tu arrivassi;
lo dichiarasti mentre bevevo i miei 37 anni in faccia ai tuoi 22:
sembrava tu ne avessi il doppio di me:
74 come mia madre, il che non è male.
Quindi, nel dubbio, ti odio.
Confesso: sto bene: bevo, leggo, fumo e so stare da solo.
Sto bene: scrivo, lavoro e ho pure dei risparmi.
Ma quella tua faccia da cazzo mascolina,
quell'esibizione di seno che, fra l'altro, non hai
mi conducono sotto cascate d'insetti,
all'interno di bassorilievi d'aria,
a recitare il Corano con tutti i mullah Omar di questo mondo di mareggiate.
Sarò breve: nel dubbio, ti odio.
Bevi ridi straparli ti abbronzi
facendo venire da piangere
quando i miei amici ti guardano le gambe.
Io, nel dubbio, ti odio. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«buongiorno a tutti. il soggetto della poesia mi è neutrale. è quello che riflette dentro di me questa ragazza che odio. probabilmente ha qualcosa dentro di positivo, ma si guarda bene dal mostrarlo preferendo esibirsi nel movimento delle dita dei piedi. in più si accompagna a noi che abbiamo il doppio dei suoi anni intuisco solo per sentirsi sbavare addosso con grande facilita'. la cosa mi ha meravigliato fino a scriverne. tutto qua.» |
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