Del Pozzo di Venere il suono veloce
l'oscurità risale il tempo quadratico
l'errore ingigantendo a dismisura
Nel colmo della notte la nera signora
china sul mio petto mi alitava sogni
di anime disperate la profondità
delle quali mi aiutava a misurare
prima di affidarle per sempre all'oblio
Dal ponte di Musèllaro cadde la pietra
nell'orrido tra i flutti senza un suono
sorrise la nera signora all'assenza
tra breve più d'uno di noi sarebbe morto
ma i sassi non ci predissero il futuro
Su altri ponti maestosi a tre ordini d'archi
le reti non riuscirono a proteggere da se stessi
coloro che volevano udire il suono da vicino
E noi fummo sempre incerti sulla distanza
ma non per questo rinunciammo a dire la nostra
sperando che la nera signora non ci udisse
Ma altri caddero per la curiosità di sapere
come suonasse il sibilo della falce
distraendosi al tintinnio dei monili
e quello fu un fatale errore
Noi invece ci nascondemmo dietro potenti
parabole sonore sperando che un suono
più forte mascherasse l'altro suono
Non sapevamo che sorda è la nera signora
e adesso ci tocca correre per sfuggirle
ma il magazzino è ingombro di carta sfatta
e capii che mai sarei riuscito a misurare
con precisione la profondità di quel pozzo