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«liberamente ispirata dal naufragio di natale della nave f174 carica di persone che cercavano salvezza nel nostro paese e che non sono mai arrivate.
Nei mesi successivi le reti dei pescatori si impigliavano in quel che in paese si diceva fossero tonni. In realtà erano i corpi di quelle persone... Per la paura di veder sequestrata la barca e limitato il territorio di pesca molti pescatori buttavano a mare le salme...» |
Inserita il 04/03/2011 |
Poesia sul tema La paura del diverso
Quanto mi somigliavi
quando il tuo cuore batteva nel petto
e sognavi
fratello
la riva di un nuovo mondo.
Dietro i tuoi occhi
pulsavano immagini d'oro,
e il paese straniero,
dal veliero di carta
pareva vicino;
ma il carico umano
e vari intoppi,
tra cui spari di voci gelose,
nelle acque impetuose,
e il vostro capitano
volto strano,
manovra errata,
squarciavan la barca malata.
Verso il basso,
gorgogliando strappava
alla vita i dispersi.
E' adesso che siamo diversi
ora il tuo cuore è muto,
imbevuto dell'acqua di mare,
non riesci più a sognare,
il tuo cranio è andato perduto,
e il resto come un rifiuto,
giace inerme sul fondo. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Il legno maltese, che sta portando il suo sovrabbondante carico umano verso l'Europa, verso una vita migliore, verso la salvezza, si è fermato, imbarca acqua da ore. Ad un certo punto, nel buio, si sente un terribile tonfo, tutto si sposta all'interno della stiva; il buio rende l'ansia ancora più forte, ciascuno tende l'orecchio per sentire qualche parola nella sua lingua, punjabi, tamil, urdu. Un vorticoso tuffo alla bocca dello stomaco: il battello è stata speronato, sta colando a picco, e così velocemente da non lasciare neanche il tempo di chiedere perdono ciascuno al proprio Dio...» |
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