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«Questo è solo il proemio di una raccolta intitolata "Voci dal nuovo mondo". Adesso i personaggi biblici ad uno ad uno, risvegliati dalla morte, narreranno la loro storia in forma di sonetto (o canzone). Se lo stile vi è piaciuto, metto il sequel!» |
Inserita il 15/05/2011 |
Passò il numero d'anni che si ottiene
addizionando il sei
al più longevo novanta e quattro
da che l'oscure pene
feroci si abbatterono sui rei.
Quei venti furo terribili e quattro,
e quando gli ultraterreni messi,
su Ordin del Condottiero,
finirono di porre a lor sostegno,
buio sul mondo fessi
in difesa di chi dichiarò il vero.
E così il Divin Regno
pose fine al rio sistem fallace
per dare ai figli suoi eterna pace.
O chi mai dimenticherà il sangue
sparso nell'assetato e sazio suolo
che in principio accogliè Datan e Cora?
Denso fumo ancor langue
di quel fatale giorno, e va in volo
nello spirito mio ch'ancor s'accora,
omai che diecimila
passaro avanti quel lontano giorno,
tutto è compiuto e c'è la vera vita.
Volle mettermi in fila
coi suoi ch'usciro dal fusorio forno,
Colui ch'ebbe l'umanità colpita.
Si che non posso che levar li occhi
gridando: "Osanna a Te che non mi blocchi!"
Sentir la chiara voce della guida
mostrare sangue e morte e infranti ruderi,
spezzate croci e divelte mura,
solo Colui in cui il mio cor confida,
il Paladin de' Poveri,
vederlo può in sua scienza sì pura.
"Ecco là, in quel continente immane..."
dicea con ton profondo:
"Quello che tutti chiamavano America:
qui ecco l'Albo Duom, da queste vane
cose inutil si dominava il mondo
finché vi pose fin l'Essenza Eterica.
Ecco il Pentagono, e là i vetri infranti
del Paladin che in Pace avea i suoi canti!"
Come pria dissi cent'anni passaro
che la meravigliosa adempienza
su chi in polvere giace,
potei veder qual nave avvista il faro.
O qual grande piacenza
fu per me farsi ver ciò che mi piace!
Quel che dicea la Parola sul morto
era che al giusto tempo e retta ora,
come ogni divin cosa,
ch'ogni om in polvere saria risorto
per riagganciar ciò che morte svapora.
La mia penna ora non conosce posa
per raccontarvi ch'io quel dì vedetti
il primo sorto dai mortali letti.
In mezzo al campo, con me camminando
mi narrava dell'occasion sì simile
ov'ebbe morte per la prima volta.
Anni stavan passando
quando vidi il cor umile
dell'om che vide la terra sepolta
da tant'acqua quant'era la malizia
di chi con lui abitava.
E più avanti ancora il capostipite
dell'avo della celeste milizia
che dalla Terra il vero Iddio lodava,
e l'uom dal cor più mite.
I lor detti vi scrivo
perché nessun che legga ne sia privo |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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