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«Il mendicante folle rappresenta il Maestro o Essere Illuminato, che è andato al di là dei confini del mondo limitato e delle apparenze e che vive sempre nello stato di appagamento del Divino. Viene considerato "mendicante" perché non si ferma né si lega a nessun luogo, "folle" perché, secondo la gente comune, va oltre ogni umano raziocinio e quindi è un pazzo. Lei scrive giustamente che questa poesia è "un inno alla pazzia come libertà dai vincoli che noi stessi ci poniamo". E' vero: siamo noi a creare questi vincoli che definiscono la realtà ordinaria degli esseri umani. Il secondo personaggio è il suo discepolo e chiede al mendicante folle (il suo Maestro) di portarlo al di là dei confini, oltre questo pozzo... a librarsi nel cielo azzurro (opposto al pozzo scuro e profondo, che sembra senza confini)... dove l'aquila (uccello che vola molto in alto) non può arrivare (dove non arriva neanche il più audace degli esseri umani). Insomma, per raggiungere lo stato dell'Infinito bisogna "varcar la soglia", andare oltre le nostre limitazioni umane. Scrivo le poesie di getto, e mi piace inserire delle considerazioni filosofiche. Ho letto pochissime poesie e non razionalizzo (nel senso di che tipo di metafore usare, se sono usate molto o poco...) quando scrivo. La ringrazio tanto per il suo commento e apprezzamento di questa poesia.» |
Inserita il 01/01/2010 |
Mendicante folle
che vaghi nei meandri
dell'umana ragione,
senza meta
tu vai avanti
nel buio di questa prigione,
oltre i muri,
al di là delle sbarre,
tu non conosci confini,
libero, senza legacci,
tu vai là
dove nessuno ti potrà cercare.
Ti prego, portami con te
nel tuo folle errare!
Aiutami a varcare la soglia
di questo pozzo senza fine,
a librarmi nel cielo azzurro,
dove l'aquila non può arrivare! |
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Questa poesia è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons: è possibile riprodurla, distribuirla, rappresentarla o recitarla in pubblico, a condizione che non venga modificata od in alcun modo alterata, che venga sempre data l'attribuzione all'autore/autrice, e che non vi sia alcuno scopo commerciale.
«Siamo noi i folli che, invece di cercare l'infinita beatitudine dentro il nostro essere la cerchiamo all'esterno, nel mondo dell'effimero, del transitorio e di ciò che è finito e limitato. E invece chiamiamo folli coloro che vivono nello stato del Divino, nella pura coscienza illimitata, coloro che sono i veri saggi, liberi da ogni legame e dolore, nella totale felicità indipendente dal mondo esterno.» |
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