Appoggiata al ruvido stipite
di un'esistenza arida
consumata a guardare
il ciclo delle stagioni,
chino la testa .
Con gli occhiali sugli anni
un po' appannati
e un po' rugosi
scarabocchio la mia storia
frugandomi nelle tasche
piene di varie ed eventuali
a cercare una candela
per far luce a questi giorni
Mi resta nient'altro
che l'ombra mia
condannata a sogni
che si spezzano
per folate di malasorte,
albero maestro
provato da tempeste
in questo mare
che va sempre
avanti e indietro
con le sue maree,
monta la nausea.
Anche l'ultima favola
ha trovato l'orco cattivo stasera
e le buone intenzioni
si sono impiccate
con il laccio del dolore.
E anche domani
si apriranno le margherite.