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♦ Marina Demelas | |
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Questa è una poesia erotica: se può turbare la tua sensibilita o se non hai più di 18 anni dovresti evitare di leggerla.
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Dove il fiume si fa cascata,
là averti sarà gioia,
immersi nella nebbia dell'acqua frantumata
ansimerò il sospiro tuo fremente d'ansia
nel lambir la pelle d'ambra sfumata.
Ritti i seni, lingua guizzante,
rose vermiglie le labbra
cui sugger ambrosia, ebbro,
quale fuco dal volo frullante
di nettari soavi satollo e demente.
Possedere te, possedere il sogno,
il giullare è un misirizzi tronfio,
arde al tocco asprigno
delle unghie tue di corallo empio,
una bocca rovente di miele agogno.
Ho fame!
Ho sete!
L'arsura del mio poggio, febbrile attende
per suo osceno ristoro, lungamente anelate,
le stille tue di femminee essenze compenetrate,
quali scrosci di pioggia su ardesie infocate.
Godere è morire ancora un po',
seguire il vortice e sprofondare
in fin riemergere per capire
di esser vivi ancora un po'.
Averti sarà gioia,
lambirti la pelle d'ambra sfumata
immersi nella nebbia dell'acqua frantumata
per morire ancora un po'... |
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