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Poesia del concorso Una poesia per l'estate
Come un lungo serpente
sale il trenino
sul lieto percorso della collina,
tra il profumo di aranci,
ulivi e di mare,
misto ai limoni, e bagnato di sole.
Gentile e composta
legge un buon libro
nascosta nel mare
del suo cappello,
e attratta da un fischio
alza lo sguardo
per guardare all'esterno.
Un abito giallo
confuso nel grano,
e balle di paglia
nel paesaggio che scorre
diventa una voce che chiama
attraverso quel vetro.
E sembra quasi già scritto
negli odori del vento
in pagine bianche,
un canto che tocca
i suoi sentimenti
e gli occhi già stanchi
in un flebile pianto.
Quel lieto percorso,
è lo stesso di vent'anni addietro
dentro gli umori
e i ricordi sepolti
mentre il paesaggio rallenta
per la salita.
E i frammenti ritmati dal treno
diventa un docile accordo,
per un uomo e una donna
che guardano il mare,
e le speranze già accese,
come il vento che passa
e da prendere al volo.
Sorride sorniona ai segnali di fumo
mentre il treno s'incurva
e lento attraversa il passaggio
di un tunnel nel monte.
E all'uscita, accarezza leggera
attraverso quel vetro
l'odore di resina e dei gelsomini
asciugando il sudore
sulla sua fronte.
Il tempo è racchiuso in questo paesaggio
dentro i sogni e gli odori del posto,
come un pianto leggero e nascosto
che riga il suo volto
e s'incurva
come spiga di grano maturo.
Qui è nato il nostro futuro
serba nel cuore.
E oltre la collina... il paese,
due strade e piccole cose,
dove i baci rubati
erano un premio
per le corse d'un fiato.
E poi di nascosto in quella piazzetta
a sposarci
e a prenderci in giro
nella chiesetta,
dove lo sguardo accigliato
del povero prete
dava il timore
di un segreto svelato.
Ma l'immagine svanisce d'un tratto
nell'anello riflesso al suo dito
e in un fischio più lungo
che la scuote di colpo.
Il profumo di aranci
sulla pianura,
adesso è frammisto al passato
e non può farle paura.
La stazione è deserta,
nessuno l'aspetta,
e composta si alza e scende dal treno.
S'incammina da sola
tra le foglie più verdi
delle magnolie e i grandi limoni,
dove il vento la scuote,
e i suoi occhi più grandi
guardano un bimbo
e il suo aquilone
che giocano adesso
nel tratto più lungo. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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