Sommersi nell'oceano dell'esistenza a testa bassa corrono pesci monocoli immemori del passato, ignari del futuro.
Il destino è una maglia a trama fitta, intrecciata da antichi pescatori d'anime, i cui nodi neppure una spada può tranciare.
Cadendo dall'alto del cielo la rete stordisce, ghermisce e raccoglie. Crostacei, meduse e sirene: nulla ha scampo.
Fra scoglio e mare, incerta, mi ritrovo. Indecisa nel mezzo del mio eterno nulla, una gamba sulla pietra, una pinna nell'acqua.
Lo strofinio della salata canapa mi sega i polsi vanamente mi dibatto e ancor più m'intrigo. Come ho fatto mai a non scorgere il pericolo?
La voce si fa roca, si comprime il respiro, osservo il fato e quanto, infine, mi ha donato: errori su errori che io stessa ho intessuto.
Ripenso a questa vita, a dove mi ha portata, a ogni scelta fatta, a ogni onda trafitta. Ondina mi credevo, ma ero nata granchio.
Il coraggio di nuotare, invero è stato tanto, ma dal passato tutto torna a galla, sempre! Esalo, muoio, ma col sorriso, senza pianto. |
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