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Le 50 poesie pubblicate il giorno 29/04/2017
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Vorrei lambire la tua superficie
ed ammirare il tuo lieve cielo
per scoprire beni nella fattispecie.
Potrei convivere
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| Umori nuovi sul filo delle dita
da calze trasparenti e l’ambra desta
si divide tra amache e fiori dinoccolanti
ho visto
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Non so quanto è melodico
il rap mio spasmodico
lui batte in testa e pratico
non cerca il companatico
adora la sostanza
gioconda intemperanza
che caricando assale
e colma il mio messale.
Non so quanto è piacevole
il verbo mio
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Urlano i sensi
note passionali
trasportati dall’immensità
della vita.
Movimento gioioso
del tempo conduce
via armoniosa d’amore.
Fioriscono le ore
All’oltrepassar del giorno
alla notte,
si rilassano i sensi
al divenir della
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| E mentre il sole si nascondeva
dietro veli di nebbia pietosa,
l’acqua muoveva indolente
lungo il sonnolento Brenta.
vetusti salici, così lacrimosi
eppur non tristi, chinavano il capo fronzuto
lasciandosi lambire dalla corrente
quasi a
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| Le gioie e i dolori
fanno crescere sempre l’amore, così
può concedersi di tirare fuori dal dolore un
respiro per non morire; nella tempesta si deve
reagire, se la barca è solida e l’equipaggio
è in comunione.
Le
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| ti baciai all'unisono con la piena luna
ritta sul nel cielo dipinto di stelle
accocolati l 'uno all'altro come se fossimo stati amanti
da lustri anni memorabili
come se nella precedente vita
avessimo convissuto nello stesso corpo
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| Mi cattura
il suono di una goccia
scivolata lenta
sull'orlo di una fontana
arrugginita d'inverni
l'osservo
si gonfia, si gonfia
e si stacca
da quell'ultimo riparo
cade
goccia la sua melodia
una supplica dolce
prima del salto
prima
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Cos'è un ricordo...
un mite cristallo di silicio
un rimbalzo di molecole
una scossa sinaptica.
Scorre la pellicola
nell'incerta luce
della memoria,
nell'intermittenza del cuore.
Seguo le tenui tracce
lasciate nella scia
di
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| Spesso ciò che ti circonda
può farti paura o darti dolore...
se provi, però, a chiudere gli occhi
lasciando che la realtà
si stemperi
nelle pieghe della fantasia
e se nel buio della notte
l’immaginazione dispiega le ali,
ti senti meno
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| Un passo dallo strapiombo
uno dal buio profondo
e uno dal paradiso.
Ammorammo che tu e me
che le nostre vite cinte e avvinte
che il flettere leggero del vento
che piegava i nostri corpi.
Ammorammo il destino fu di piombo
la bocca bagnò
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| Ok c’è stata follia,
ok la solitudine
è colpa mia,
divergono le strade
impazzite della sera
verso
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| La chiave non apre
la porta delle parole.
Preferisce il silenzio
l’uomo che non vuole parlare.
Anche questo giorno è nato
e morirà tra i frastuoni,
orfani di verbo.
Soffia un venticello
nunzio di malinconie.
C’è, per
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| L’inverno ha spento
tutte le mie lacrime,
un bianco immaginato
come il paradiso
spunta sulle maglie del cielo
in un accordo totale
annulla il coro delle ombre
-Il mio cuore-
Un suono pulsa
con ritmo regolare
è un mormorio di
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| Nel momento invadente
oltre la certezza
nello spasmo
di una dolce carezza
Nell'odore del cielo
e nel suono assordante
della pioggia sull'asfalto
Del tutto e del niente
nel sole che sfonda le porte
nell'alba che arriva silente
nel sonno di
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E’ musica il tuo corpo
i pieni e i vuoti
i tondi regni
del tuo mondo occulto
le valli verdi e azzurre
della vita
che fresche note
allegre mosse
e andanti
riempiono le assenze
con gli istanti
e mentre sale alto
il desiderio
delle due braccia
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Siamo stelle e poi stelle
disseminate nel cielo.
Siamo sogni e poi sogni. Tessuti intrecciati
nudi intorno ai capelli. Incantati e dannati
con la fede nel cuore.
Dove, senza sole o coperte
neghiamo la terra: mancando, perdendo.
Senza fine. C’è
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Qui ...
stretti stretti
vicoli incontrano vicoli
e si stringono ad ogni portone
ad ogni scalino
ad ogni rosa
ai ciuffi d'erbacce sui muri
Il mio volto ora...
vecchio paese
solcato
d'anguste viuzze
affollato
d'occhi che
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Voci
di un vento che parla di noi
nell'abbraccio di uno sguardo
che respira
il profumo delle cose.
Carezze
di parole sussurrate
Sogni già scritti
sulle foglie volate
nelle luci di quest'alba
che ritorna i colori
di un
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| Ora che tutti avee parlato
di que Leon Cavallo
strano animal vagante
pe le zone di golena,
fra i sentieri umidicci di Sandonao
e ognuno il suo ha ricamao.
Io da bon gnorantone
e mi tengo fora da tal sapere,
perché e ci tengo alla
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Povera giovinetta!... Ripudiò
la Primavera degli anni suoi, i Sogni
che le vergini labbra fanno: un bacio;
ripudiò i capei gemmati di gelso,
cavalcàr nell'aprile in prato eccelso,
e d'Amore le lunghe attese e i trilli
de' i
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Verso, nella tua bocca
un bacio astratto di sapore
rosso vino in fiamme alate
dove s'alza lo sguardo
e l'aquila fa il suo nido
noi riposeremo stanchi
della fatica dell'amore
ci raccoglieremo in un sol gesto
in un sol corpo esangue
tomba e
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Sento la melodia del silenzio
nel crepuscolo di una notte di vento
che
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Si perdono nel vento antichi suoni della memoria
laddove sul finire del giorno
si disperdevano i sogni miei di fanciullo...
Ora che son grande
in me rinvengo quelle vecchie melodie
che tanto ancora sanno della mia storia
vissuta fra gente pacata e
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| E scorre la tua vita scivolando
armonica non so ma qui la sento
ariosa nella danza e ben capace
di dare al cuore note da concerto
su questo cielo aperto
con la preziosità di un pentagramma
che mi racconta con la sua mandola
i giorni tanto
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Sfrattato dal mondo dell’amore
sospiro senza appiglio
sull’isola del dolore.
Non esiste carezza di donna
per consolar un cuore alla deriva
nessun argine al pianto che sgorga
nessuna mano lungo l’ennesima salita.
Solo e smarrito
arranco
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| ¡Qué diabólico es el poder!
¡Qué miserable el proceder!
.
Esbirros adiestrados
disparando a la verdad
.
Angustiado porvenir
explotando tal volcán...
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¡Despiadada realidad!
.
Miserabile
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Coccole di petali di fiore
carezzano guance d’amore,
di giovine fanciulla soave,
come brezza docile e lieve
ed ella s’inebria di tanta
freschezza che l’ammanta
e la fa sentir quieta e beata
tra soffice velluto adagiata,
così socchiude
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Canta la sua ode il poeta,
in un palpitar stupendo scrive,
scrive odi in versi melodiosi
da cuore - a penna –a carta
sfumati dentro immagini e metafore,
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Non essere triste,
lascia brillare di gioia
i tuoi occhi
così profondi:
non hanno bisogno di lacrime
ma di sguardi
pieni di risa,
per dare luce
a questi angoli di cielo
sparsi qua e là
nell'universo stellato...
oggi
voglio i
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50 poesie pubblicate nel giorno 29/04/2017. In questa pagina dal n° 11 al n° 40.
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