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Le 31 poesie pubblicate il giorno 14/11/2018
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Nascono tappetti di fiori
scorrono lenti ruscelli
cinguettano nascosti gli uccelli
tutto là aspetta noi due
le nuvole bianche
si sciolgono e diventano azzurro
il sole si fa tiepido
sembra solo per noi
il tempo fermo aspetta
la brezza ci spia
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Sono stanco degli addii
non voglio più ricordare
l’ultimo tramonto
né le nubi del crepuscolo
Sono stanco dei silenzi
quell’assenza di parole
che fa da preludio al mare
ed alle sue tempeste
Mi arrendo ai giorni
nati quasi fossero vendette
di
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| Forse come metafora dell’albero
abbattuto dalla tempesta,
come madre partoriente
in un dolore muto per un figlio
non voluto.
Stracci astratti di umiltà
che ricoprono l’amore nudo,
scevro da ogni arroganza,
un amore che non ha nome
ma
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Eolo |
14/11/2018 21:11 | 1288 |
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Vorrei regalarti la sicurezza che non ho!
lasciarti camminare nelle orme dei miei stessi passi
per non farti inciampare nei silenzi più profondi,
ma ti perderesti in paesi incantati
dove la felicità è un peso troppo grande da sostenere
e pensa,
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In piena Notte e tra le nebbie è un uomo
cieco. Vedi la benda sopra i suoi occhi?...
Oh Federico! Atòmo
egli è. Fango di sciocchi!
Terra illusa che irride e ti schernisce
è il suo pallor che la pupilla offerse.
Ma più non lo ferisce
il buio dove
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Non è l’assenza della luna
amplificatrice d’emozioni
ma è voce del tuo cuore
che m’insegue e perdura.
Non è notte delle stelle ...
se guardo il cielo di esse
non ce n’é neanche una!
Ma ti sento vicina più che mai,
adesso, e nel notturno
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Chiuse le ali,
il volo diventò caduta,
osservò le stelle,
non sorrise;
L’amore finì
con un sapore amaro,
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Conosco lo sguardo della mia faccia,
di un bimbo che teneva la croce
e sotto la chiesa allungava le braccia.
Il tempo è
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Bisbigli
sussurri...
occhi bassi
Ripongo in un cantuccio
tutti i miei sogni
i miei ricordi.
Perfettamente consapevole
che così
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Che tempi ragazzi
quelli erano tempi belli
che al passar nostro
le vecchiette si segnavan la fronte
nel nome del Padre e via dicendo.
Noi si che eravamo bravi
mangiavamo tutti i bambini
e facevamo piangere nostro signore
che era gran
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| Anche se le
sue lacrime sono piene di
nostalgia ... per ciò che si era
perso, quel piangere gli ha
fatto tanto bene, da li tutto è
ricominciato.
Lasciare il suo
paese sembra veramente un
tradimento, vuole riprendere
con quell’amore
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| Tediato dalla monotonia
ripeto ogni giorno
gli stessi gesti
e in quella
m’esilio pervaso dal desiderio
di ciò
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| La sera abbraccia nell’ombra il sol morente,
sfuma con i colori i sogni e tutta la natura,
un odore di erbe con la brezza
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| Semplicemente uomo,
ed equilibrio nella vita,
la differenza insegni,
tra lo svago e la fatica.
Semplicemente uomo,
e guida per chi ha voglia,
di legger le tue storie,
come vene s’una foglia.
Semplicemente uomo,
e stimolo per crescere,
sei
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| Il sentimento che fa vivere ogni giorno
è l’amore che sol di bene si alimenta,
dimostrarlo e accettarlo a chiunque è intorno
e da piccolo sempre più grande diventa.
Propulsore di positività nell’universo,
a volte ci si accorge che è immenso
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Tutto è fermo mentre la nebbia mescola la sua trasparenza
ci invade lo sguardo annebbiandolo
io eclisso ogni luce, ogni ragione di un periodo nero
i consigli sono futili e inutili per chi ragiona senza un sentiero
le orme gettate da anni sono
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Ascolta la distanza tra lampo e tuono,
io sono così,
lento come un bacio che seduce,
abbagliante come folgore di luce
e
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Non lasciarti andare
nel mezzo della burrasca
che le cime non sbrindellino le vele...
a nuovi approdi potranno condurci.
Ascolta il canto dell’onda
e il mormorio dei coralli
ché solo non sarai mai.
Dove tu sei... io sono!
Faro o lampara
ad
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Non sei così distante ora che la nebbia s’alza
ti scorgo nel tardo mattino
quando il sole filtrando nei boschi
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Ghermisco
questo mattino di luce
come fosse l’ultimo giorno
di sole splendente
prima del gelido inverno.
Gravida è la primavera
negli angoli bui
del pensiero in tensione
oltre la pelle
vibrano i colori
di una pace evidente
una danza di
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Ciò che più mi sorprende
in certi giorni grigi e freddi
è quel vago sentore di pioggia
che si avverte in ogni dove
e fuoriesce lentamente
dai cumuli di foglie inumidite
adagiate sul selciato
o sparse lungo i viali alberati
come ruvidi sentieri
di
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Interamente
Riposano le mie pene
In Te
In una musica silenziosa
Abbracciate all’albero
Della speranza
A maturare
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Conchiglie sulla spiaggia e in fondo al mare
cavallucci, coralli colorati,
pesciolini che guizzano argentati,
in
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E tutto finisce, così senza fare rumore
nei lenti passi su di un davanzale
affacciato su ciò che resta di un amore sofferto
trascurato e smembrato dalla mancata condivisione
di un cammino nato e cresciuto fra le pagine
di un diario bambino, pieno
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E’ quando ingenua
mi accarezzi la mano
che la precaria logica
al cuor s’arrende.
Solo quando i miei occhi
si
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Tu che respiri
nel mio respiro
specchi nell’anima
quel timido raggio di sole
quasi, a morire di stenti
smarrito sulla pelle, cosi chiara
si raccoglie sulle tue labbra
appeso alla parola
al suo silenzio
al tuo tormento.
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Cuore mio,
chi ti
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sono indivisa sostanza
dimora delle origini
porto il respiro di voci
tra ramate ombre
nelle trame del vento
lascio si dilegui la
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Il dolor suo sul bianco foglio
l’abbandonato amante getta
con il calamo tormentando
con nero inchiostro quello
che son
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Al chiaror del crepuscolo luci
ed ombre fan contorno,
e lo sciaquio dell’acqua
dimena la sabbia sbattendola sulla riva.
Sulla sponda siedo e la mente vaga,
fra lontani giorni passati in un baleno
abbellendo la visione ad un domani...
La brezza
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Non te ne andrai,
non me ne andrò,
mai,
perché tu sei in me,
io in te...
Siamo parti integranti
di cuori e anime
che non funzionerebbero
se non ci fossimo...
Allora
spargi luce
dove c’è buio,
in quegli angoli
ancora sconosciuti
del nostro
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31 poesie pubblicate nel giorno 14/11/2018. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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