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Le 32 poesie pubblicate il giorno 13/11/2018
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La morte dei fiori di legno.
Tagliati,
decapitati,
demoliti,
spezzati dal vento,
arsi dal fuoco,
Infradiciati dalle piogge,
divorati
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Non sono stato io
a maledire il cielo
è questa falce di luna
che ha portato il buio
Oltre le colline oscure
dove i boschi piangono
dopo che il vento
ha spazzato via ogni cosa
Non è stato il mio respiro
a gelare la pelle
ma la pioggia
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| Amica mia lontana
di quella terra americana
Quanti ricordi dolci
di piccole cose gradite,
odore di libri e colorate matite
sapore di papaia e di mango
che con nostalgia rimpiango.
Giocavamo spesso a “monopolio”
tu vincevi sempre, e con
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Eterna sia la tua notte in cui dormi.
Perenne sia il riposo che ti culla.
Così il tuo cuore di
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Scorre
poiché l’immobilità è imminente
lo spazio scorre.
Scivola
la lingua, accarezza la lama
umidifica.
Appeso
non più alle tue labbra
e nemmeno alle tue fin troppo accessibili fessure:
passo...
avanzo col turchese al polso
avanzo
e se mi
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Parlo ancora di te,
mentre un’altra alba volge al giorno,
parlo ancora di te
a specchi muti e invidiosi,
gelosi custodi
del nostro amore.
Parlo ancora di te
e parlo da sola,
mentre il vento scompiglia
le carte zeppe di frasi
scarabocchiate in
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Mi distendo nei magici colori
dei luoghi di musica naturale
e aspetto d’intendere l’ardore
che apparisce nei tuoi
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Sai,
di notte, scorgo solo buio
inesorabile mi perdo
nel cielo diamanti che brillano
sulla terra fondi di bottiglia
il finto troneggia nulla brilla
c’è deserto nel cuore e nella testa di tanti.
Credimi,
non è facile contemplare la notte
una
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M’insignàru a mòriri ‘nsilenziu
assemi a cu scrivi e a cu preia
’nchianannu e scinnennu scali
c’avevanu chiù sali ri ‘na sarda sicca.
Ora riru all’aria chi mi duna forza
e m’addumannu d’unni vinni ddu pinseri
ca ‘ntò sonnu a lassa e pigghia
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Nella pioggia ho rivisto tutto
il mio passato, mentre gocce
scendevano sul corpo tu mi
stringevi forte.
Era un temporale estivo una
calda giornata di sole, stesi
erano i tuoi vestiti, mentre io
nudo passeggiavo.
E fu quell’improvviso
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Affanno inutile seminar il terreno di mine
o far crescere boccioli tra rovi di spine
Periranno soffocati per assenza di luce e di brina
Muovo sollevata dal suolo sopra un filo invisibile...
Passi leggeri simulano un vibrare di ali
Non vi sono
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| Dove sono le spine,
dove sono le rose
di un traguardo
che non si vede;
ci affascina il rosso
ma non sappiamo
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| Amare senza riserve,
così come sei,
onda che si rintana
nel’alveo di un sogno.
Ali di gabbiano che si stendono al cielo,
docili al vento,
nel risuono del mare.
Sento la tua voce inasprirsi
al richiamo di un verso
echeggiante il ritorno del
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| E mi bastavi,
com’eri e senza un senso,
ogni cosa concepita al di là del mio tempo.
E mi riempivi,
di ore e di
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Immagini.
Parole.
Sospiri.
Vanno e vengono
da un punto all’altro della memoria
tra le pareti dell’anima mia
affrescate
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Fermo sulla sommitá della mia terza scala
nego l’occhio al malvedere
a cui é condannato il mio piacere
il mio
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Udire il suo lamento
dove quelle onde
sugli scogli s’ innalzano
e guarda il cielo
ed io sto lì a guardarti
a sognarti,
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La musica delle foglie gialle
non fa rumore quando piove
non accarezza il suolo, cade.
Cade senza tonfi, nel fango
nel tanfo di un letto senza piume
sulla terra melmosa
dove i tacchi affondano,
sul tetto esiguo di un ombrello,
le gocce appese
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ora piovere è il bene
occupare uno spazio dove
qualcuno accoglie la parola
e fuori o dentro è lo stesso tremare
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"A mezzanotte, è festa, ecco lo Sposo!"
-ella, con Lui, le vergini pie guida;
chine van, prone, poi che il Sir Sé
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Risuona nel mio petto
la tua canzone
dove sono le parole
le ho scordate?
Un’alba tenue e chiara
alle prime note
e mi ricordo un bacio
il primo nel vento
ogni luogo è la tua stanza
ogni luce accesa nel silenzio
- e scrivo di te sopra le
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Esiste un tempo
di melense parole
un luogo
per mille acrobazie
“equilibri stratificati”
e il
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Scende come me talvolta a sera
incerta la visuale come passi
nei pensieri meno chiari ad ieri
le case qua e là un po’ sfuocate
sono tra le chiome imprigionate
uggiose di coperte grige nere
le colline pregano un silenzio
di soffici distanze
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| Quanti bei ricordi, mi hai lasciato
quanti attimi intensi mi hai regalato,
tutto questo non può finire come
i raggi di un bel sole mi devono scaldare
Vivo nel ricordo dei tuoi bei sorrisi,
leggo e rileggo biglietti d’amore
ormai sgualciti, vorrei
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| Chiedo al vento di riportarmi per magia
suoni voci vision profumi del passato persi
da me dimenticati: quel fluir lento delle acque
del Giordano il rumor violento di Iguassu
quelle cascate il placido dondolar della
nave da crociera quel dì
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Col mio passato faccio marmellate
di sogni di progetti e fantasie
per imbastire strokkole e bugie
col seme delle fole
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Si avvicina il momento
per la verità
non tanto atteso
tuttavia non senti timore
seppur il dispiacere
non si possa negare
perché farsi il sangue amaro
la dolcezza del domani
aprirà a nuove spoglie
farsene una ragione è di grande aiuto
non
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Ho perso il portafoglio alla stazione,
ma mi son premunito di avvisare,
con gran celerità, la direzione,
per potermelo poi
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Sfiorano cieli
certi gesti
in cerca di afferrarlo,
ma ricadono
solo gocce di pioggia
che bagnano
sognanti emozioni...
Mani
frugano nel passato
per ripassare istanti
di puro abbandono...
Stanno lì,
statue di sale,
erette passioni,
come
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| Da sempre viaggio fra le stelle
in un sogno tatuato sulla pelle
dal chiaror di luna calante
riflessa sul mare silente.
Come potrà mai da essa svanir
se la notte sarà il tuo nome
una luminosa costellazione
e meta misteriosa da seguir?
Prima o poi
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32 poesie pubblicate nel giorno 13/11/2018. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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