Ma perchè c'è questa esasperata voglia di essere valutati?
non basta scrivere, scrivere, scrivere, scrivere senza che nessuno si occupi del nostro merito o demerito?
non basta pubblicare per suscitare nel lettore un senso di curiosità, di pensiero, di emozione?
Mi sa che ci stiamo prendendo troppo sul serio...
troppi concorsi di poesia, troppi trofei e nessuna verità!
Buonasera a tutti
provo a intervenire per dire la mia, nella speranza di non esser nuovamente travisata e osteggiata, e lo faccio semplicemente per dirmi concorde con la Poldan nel momento in cui si lamenta del basso livello delle pubblicazioni e parimenti concordare con Ammadeo quando, giustamente esasperato, si domanda quale necessità vi sia di esporre pubblicamente merito o demerito.
Poichè esiste una commissione che in via prioritaria decide cosa possa essere pubblicato e cosa no, utilizzando parametri fortemente restrittivi in merito alla forma nel giudicare se uno scritto possa definirsi poesia o meno, mi domando perchè non possa essere usato lo stesso metro per scindere ciò che ha valore poetico da ciò che è invece pura espressione di un'emozione, sentimento o stato d'animo che dir si voglia (e sottolineo che questo discorso va a mio discapito quale autrice di poco valore, ma poco importa).
Capisco perfettamente la necessità di aumentare il numero di partecipanti al sito, legata giustamente ad esigenze di carattere economico, per preservare la sopravvivenza del sito, ma (e scusate se c'è sempre un ma) mi domando perchè non sia possibile scindere, o meglio ramificare, le pubblicazioni in relazione alla loro effettiva carica poetica.
Si potrebbero creare percorsi alternativi non più legati all'età (com'è per gli autori giovani, ad esempio) ma all'effettiva rilevanza poetica.
Prima domanda, scontata, lo so: chi decide cosa vale e cosa no?
Per quanto mi riguarda, la riposta è banale: avete creato commissioni per questo e per quello, sulla base di cosa?
Se l'appartenere a una commissione di valutazione implica una preparazione o una sensibilità di un certo tipo, non sarà poi così difficile trovare chi sia all'altezza di esprimere un giudizio giusto, non legato al proprio gusto personale, ma all'effettivo valore poetico della composizione proposta, per indirizzarla in un determinato settore piuttosto che in un altro.
Faccio un esempio: il cosiddetto Albo d'Oro perchè è attualmente in mano al poeta? Come può un autore essere imparziale nel giudicare le proprie opere? Perchè non si lascia assolvere tale compito a una commissione competente? Questo aiuterebbe l'autore a capire cosa piace e cosa no, dando inoltre l'opportunità alla redazione di dare o togliere visibilità a uno scritto più o meno valido.
Il discorso temporale delle pubblicazioni, a mio parere, dovrebbe esser relegato ad un percorso parallelo al quale l'autore potrebbe affacciarsi in maniera differente (un link o una finestra d'accesso, per esempio) e la prima pagina invece interamente dedicata agli scritti di valore, senza scadenza temporale; si andrebbero a sostituire solo nel momento in cui ci fosse in arrivo qualcosa di meglio.
In questo modo la qualità prevarrebbe sulla quantità e il sito farebbe un bel passo in avanti a mio parere.
Come al solito sto parlando troppo, ma i miei sono solo piccoli suggerimenti per venire incontro a chi, come me e a quanto pare molti altri, avrebbero piacere di leggere, perlomeno in prima battuta, poesie degne d'esser chiamate tali.
In fondo una delle prime regole del marketing è proprio quella di mettere in maggior evidenza il prodotto di maggior valore, quello con il ricarico più alto, dedicando ai prodotti di minor valore uno scaffale separato, offrendoli spesso scontati sino ad esaurimento scorte.