Leggere questa proposta di Rasimaco è stato per me fare un viaggio nel tempo, perché avevo studiato letteratura brasiliana all'Università, ed avevo parecchi appunti delle lezioni di un grande amante della poesia, lo scrittore-professore Wolff, un brasiliano di origine tedesca, profugo in Italia per motivi politici (gli appunti poi furono persi, forse durante un trasloco) . M . de Andrade è stato effettivamente un grande esponente della poesia brasiliana del Novecento, lodato anche da Giuseppe Ungaretti, che in Brasile aveva insegnato per un po' di tempo. Spero di fare una cosa gradita riportando solo alcune frasi su di lui da "La letteratura brasiliana" , della professoressa Luciana Stegagno Picchio , ed. "Sansoni / Accademia" , 1972 : "M . de Andrade, paulista, vissuto quasi sempre a San Paulo, fu anzitutto musicista, e musicologo. Quando esordisce come poeta è ancora un parnassiano e un simbolista. Il salto qualitativo avviene con 'Paulicéia desvairada' (1922) . Protagonista del volume la San Paulo folle degli anni Venti, cantata in una lingua in cui l'arcaismo convive col neologismo, in versi 'armonici' , costruiti con assonanze, dissonanze, allitterazioni. A poco a poco, comunque, il fiume ritorna nell'alveo, il verso libero si riassoggetta al ritmo e i temi salgono dal locale all'universale. Ungaretti ha tradotto armoniosamente le 'Poesie ispirate dall'Amica' . "