Intanto, è necessario chiarire che la virgola in un verso NON accresce di per sé il numero delle sillabe.
Non lo dico io, lo sostiene Dante, scrivendo uno dei suoi endecasillabi così, nel primo canto della Divina Commedia:
Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi,
dove c'è sinalefe qui: iu-lioan-cor
Quindi, appurato che la virgola, ci sia o meno, non conta ai fini della metrica, passiam a esaminare il verso:
anche al gelo, ora
qui la sinalefe, a mio avviso, non c'è, bensì il contrario, la dialefe, che fa il verso di sei sillabe, perché le due "O" non si attaccano, e si sente anche leggendo.
Chiamo di nuovo Dante in causa:
"…tant’era pien di sonno a quel punto…"
(Dante, Inferno, Canto I)
va scandito così tan-t’e¬ra¬pien¬di¬son¬no¬a¬quel¬pun¬to, ottenendo il computo di 11 sillabe metriche.
Si fa come una pausa, un inceppamento quando pronunci la "a" prima di " quel punto" e dopo sonno, non riesci a legarle, provaci a voce alta!
Ha usato la figura della DIALEFE, anziché della SINALEFE.
Sarebbe un decasillabo se si facesse sinalefe, ma la Divina Commedia è scritta TUTTA in endecasillabi.
Spero di essere stata esauriente, Wilobi - e un'altra volta, per la cronaca, precisa di cosa stai parlando:
della proposta di un HAIKU!!!