Autore Topic: Sull'uso delle virgole  (Letto 2376 volte)

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Offline Antonio Terracciano

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Sull'uso delle virgole
« il: Sabato 7 Ottobre 2017, 13:58:13 »
Quanto tempo, dopo aver scritto una poesia (o un racconto) , "perdo" per sistemare le virgole (e magari, quando la, o lo, pubblico, ce n'è ancora qualcuna in più, in meno, o fuori posto! )
E francamente talvolta mi è capitato di trovare una bella poesia qui nel sito, magari pure in qualche modo premiata, la cui lettura è però resa ardua dall'improprio uso delle virgole...
Per rinfrescarmi le idee, sono andato a rileggere il capitoletto "Virgola" del libro "L'italiano. Lezioni semiserie" ( ed. Rizzoli, 2007, pagg. 77 - 78 ) , di Beppe Severgnini, quel simpatico giornalista-scrittore che riesce a rendere leggero e piacevole ogni argomento attraverso l'ironia e un po' di comicità.
Dopo averci ricordato che Giacomo Leopardi era letteralmente innamorato delle virgole, Severgnini ci fornisce un esempio estremo, quello di un best seller in lingua inglese, "Eats, Shoots and Leaves" ( "Mangia, spara e se ne va" ) : se quella virgola mancasse, il titolo significherebbe "Mangia germogli e foglie" !
Poi scrive: "Buona parte della logica, scriveva Niccolò Tommaseo, potrebbe ridursi a un trattato sulle virgole. La virgola è duttile, ma non può far tutto. Non può, per esempio, separare il soggetto dal predicato ( 'Marco, guarda i capelli della moglie e si spaventa' ) , né il predicato dall'oggetto ( 'Marco guarda, i capelli della moglie... ' ) . Non deve precedere una relativa limitativa ( 'La moglie mostrò al marito i capelli, che aveva appena rovinato' ) mentre è comune prima d'una relativa esplicativa ( 'La moglie, che era stata da un parrucchiere incosciente, spaventò il marito Marco' ) . "
E continua: "La virginea virgola subisce fin troppe attenzioni. Molestie, direi. C'è chi l'acchiappa e la sbatacchia qui e là; chi ne fa un uso maniacale; e chi non l'adopera mai, quasi la temesse. Un noto intellettuale mi ha scritto, giorni fa, e ha infilato 304 parole (contate) senza virgole né punti. Quello che diceva era interessante. Ma, per leggerlo, occorrevano le bombole d'ossigeno. "
E infine conclude: "Eppure è semplice. 'Quando parliamo, facciamo ogni tanto pause più o meno brevi che servono a rendere più chiaro e colorito il nostro discorso. Nella scrittura, queste pause si traducono nei segni d'interpunzione' , leggo in ' La nostra lingua. Libro di regole ed esercizi sulla grammatica per la prima classe delle scuole medie inferiori' (Giuseppe Lipparini, 1925) . E' ancora così: certe cose non cambiano. Siete incerti se mettere la virgola prima della congiunzione 'e' ? Non importa. 'Quindi' va messo tra due virgole? Chi se ne frega. Cercate invece di riprodurre le soste della voce, che corrispondono al viaggio del pensiero: fermata, virgola; sosta breve, punto e virgola; sosta, punto. Parcheggio e cambio veicolo: punto e a capo. "
Mi auguro che i consigli di Beppe Severgnini possano essere utili, in primo luogo, a me stesso; se poi altri / e vorranno approfittarne, sarò contento di avere scritto qualcosa di sfruttabile.

Offline poeta per te zaza

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Re:Sull'uso delle virgole
« Risposta #1 il: Sabato 7 Ottobre 2017, 15:17:00 »

Dopo averci ricordato che Giacomo Leopardi era letteralmente innamorato delle virgole, Severgnini ci fornisce un esempio estremo, quello di un best seller in lingua inglese, "Eats, Shoots and Leaves" ( "Mangia, spara e se ne va" ) : se quella virgola mancasse, il titolo significherebbe "Mangia germogli e foglie" !

 :) Oltre a condividere tutto il contenuto del tuo topic, Antonio, quanto mai necessario adesso, cito un altro esempio, esilarante come
quello sopra citato:

C’è un giochino divertente che da qualche tempo gira su Facebook: ignoti buontemponi lanciano un appello, invitando a riflettere su una questione di vita o di morte in cui un piccolo segno di interpunzione (il nome tecnico della punteggiatura) fa una differenza abissale – cioè cambia profondamente il significato di una frase – in una doppia affermazione solo in apparenza identica.

«Vado a mangiare nonna» – «Vado a mangiare, nonna».

Una virgola può salvare una vita, – è l’appello – usa la punteggiatura, salva tua nonna!   :)


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Offline poeta per te zaza

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Re:Sull'uso delle virgole
« Risposta #2 il: Sabato 7 Ottobre 2017, 21:49:37 »
 :) da Bracco su "parliamone.eldy.org":

"La virgola è la porta girevole del pensiero”.
Così scriveva il poeta e scrittore argentino Julio Cortázar facendo questo esempio:

Testo senza virgole:
“Se l’uomo conoscesse realmente il valore che ha la donna andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca”.

Una donna, certamente, inserirebbe una virgola dopo la parola “donna” ottenendo:
“Se l’uomo conoscesse realmente il valore che ha la donna, andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca”.

Un uomo, certamente, metterebbe una virgola dopo la parola “ha” ottenendo:
“Se l’uomo conoscesse realmente il valore che ha, la donna andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca”.
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Offline Amara

Re:Sull'uso delle virgole
« Risposta #3 il: Domenica 8 Ottobre 2017, 19:58:19 »
per scrivere senza punteggiatura in prosa, bisogna essere Joyce o Saramago :)
sarebbe importante riconoscere di non avere le idee chiare e fare un ripasso
nei versi, per me, invece non è d'obbligo (io la uso molto molto raramente) se si costuisce dando le pause diversamente, tra l'altro, a volte, una certa abiguità nell'interpretazione può far parte dell'intenzione ;)
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Antonio Terracciano

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Re:Sull'uso delle virgole
« Risposta #4 il: Lunedì 9 Ottobre 2017, 00:24:02 »
per scrivere senza punteggiatura in prosa, bisogna essere Joyce o Saramago :)
sarebbe importante riconoscere di non avere le idee chiare e fare un ripasso
nei versi, per me, invece non è d'obbligo (io la uso molto molto raramente) se si costuisce dando le pause diversamente, tra l'altro, a volte, una certa abiguità nell'interpretazione può far parte dell'intenzione ;)

Sono senz'altro d'accordo con ciò che scrive Amara, la quale evidenzia il non uso delle virgole in romanzieri un po' eccentrici e molto innovativi (abbandonai, da giovane, la lettura dell' "Ulisse" di Joyce, senza più riprenderla; ho letto in seguito un po' di Saramago, ma con le "bombole d'ossigeno" citate da Severgnini... ) , e soprattutto nelle poesie (anch'io, quando da giovane scrivevo quasi ermeticamente, le usavo raramente) . Nel mio intervento, però, volevo mettere alla berlina soprattutto l'uso improprio delle virgole (come negli esempi di Severgnini) : in questo caso, non credo che si possa pensare che il poeta l'abbia fatto apposta (per permettere una doppia interpretazione) , ma che invece ciò dipenda da una sua sommaria conoscenza delle norme della punteggiatura...

esibizione

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Re:Sull'uso delle virgole
« Risposta #5 il: Martedì 10 Ottobre 2017, 16:01:51 »
Quando si parla di virgole, puntualmente mi sovviene una ilaricissima citazione del buon Wilde - Ho impiegato tutta la mattina a sistemare una virgola e poi di pomeriggio l'ho tolta - Amo le virgole poiché ne riconosco l'importanza, ma al tempo stesso ci litigo non di rado. È di fondamentale importanza la lettura a voce alta di quanto abbiamo scritto, di modo da capire il più possibile dove vanno poste le virgole e quando non vanno assolutamente usate. Ci sono autori di poesie che non usano mai virgole, altri che ne fanno un uso spropositato, e in un caso e nell'altro non si agevola la lettura, anzi. Auspicabile la via di mezzo, usarle quando è necessario, anche a fine verso. Ma quando è necessario? Ahaha  :laugh:

Offline poeta per te zaza

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Re:Sull'uso delle virgole
« Risposta #6 il: Martedì 10 Ottobre 2017, 16:20:01 »
Quando si parla di virgole, puntualmente mi sovviene una ilaricissima citazione del buon Wilde - Ho impiegato tutta la mattina a sistemare una virgola e poi di pomeriggio l'ho tolta - Amo le virgole poiché ne riconosco l'importanza, ma al tempo stesso ci litigo non di rado. È di fondamentale importanza la lettura a voce alta di quanto abbiamo scritto, di modo da capire il più possibile dove vanno poste le virgole e quando non vanno assolutamente usate. Ci sono autori di poesie che non usano mai virgole, altri che ne fanno un uso spropositato, e in un caso e nell'altro non si agevola la lettura, anzi. Auspicabile la via di mezzo, usarle quando è necessario, anche a fine verso. Ma quando è necessario? Ahaha  :laugh:

 :) Benvenuta a postare sul forum, Claudia!

Per rispondere alla tua ultima domanda, trovo che sia necessaria la virgola quando, se non la metti, dici addirittura il contrario di quello che vorresti dire (o viceversa):

«giornata difficile da dimenticare»

«giornata difficile, da dimenticare»


 :)
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Offline poeta per te zaza

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Re:Sull'uso delle virgole
« Risposta #7 il: Martedì 10 Ottobre 2017, 16:24:38 »
 ;D

scusate se mi permetto ancora questo esempio, credo illuminante  ;D

Pierino riceve un quattro per la punteggiatura nel compito. Borbotta: "Sì, ma
in fondo la punteggiatura non è così importante..."
Il maestro va alla lavagna e scrive:
"Pierino ha detto: il maestro è un asino"

Pierino allora balbetta: "Ma io non intendevo dire questo..."
Il maestro torna alla lavagna e cambia la punteggiatura della frase:

"Pierino, ha detto il maestro, è un asino".


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esibizione

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Re:Sull'uso delle virgole
« Risposta #8 il: Martedì 10 Ottobre 2017, 17:41:01 »
Grazie Zaza, piano piano sto prendendo dimestichezza col forum.

Offline adriana sini

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Re:Sull'uso delle virgole
« Risposta #9 il: Giovedì 12 Ottobre 2017, 00:40:39 »
Spero il mio intervento non sia banale, dopo le ilari considerazioni lette, che portano tutte alla medesima conclusione:
la punteggiatura aiuta a comprendere meglio un testo, non solo nell' interpretazione dello stesso ma anche nella piacevole sensazione di leggerlo.
La punteggiatura che è parte integrante della prosa,non va dimenticata nemmeno nel verseggiare, a mio modesto parere: difatti alle volte basta il semplice mandare a capo un verso per fargli assumere questo o quel significato, ma altre è fondamentale l'interpunzione per creare la giusta pausa che fermi per un istante un'immagine, un profumo di versi, e costruisca suspence, attesa, o desiderio di passare al verso successivo con irruenza.

Non son sicura di essermi ben spiegata, ma io adoro la punteggiatura quando usata correttamente; trovo abbia pari valenza di una rima ben costruita o di una metafora riuscita.





Offline Wilobi

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Re:Sull'uso delle virgole
« Risposta #10 il: Giovedì 12 Ottobre 2017, 09:19:05 »
Spero il mio intervento non sia banale, dopo le ilari considerazioni lette, che portano tutte alla medesima conclusione:
la punteggiatura aiuta a comprendere meglio un testo, non solo nell' interpretazione dello stesso ma anche nella piacevole sensazione di leggerlo.
La punteggiatura che è parte integrante della prosa,non va dimenticata nemmeno nel verseggiare, a mio modesto parere: difatti alle volte basta il semplice mandare a capo un verso per fargli assumere questo o quel significato, ma altre è fondamentale l'interpunzione per creare la giusta pausa che fermi per un istante un'immagine, un profumo di versi, e costruisca suspence, attesa, o desiderio di passare al verso successivo con irruenza.

Non son sicura di essermi ben spiegata, ma io adoro la punteggiatura quando usata correttamente; trovo abbia pari valenza di una rima ben costruita o di una metafora riuscita.

Sicuramente chi è citato lo ha scritto in forma corretta e maggiormente comprensibile, io sarei intervenuto così:



RADICI

Ora
vedo virgole
si aggirano furtive
vogliono regalarsi una posizione
possibilmente sotto un cocente sole
sanno il bello della protetta tintarella
si affacciano e tutto un discorso cambiano
certo sono strane o primedonne per metriche perfette
chissà
, , , , , , ,



sarà solo parer mio  che semplici radici non possano restare
se  metrica esigente vorrà poi definirsi!


Com'è anche vero che volendo incidere maggiormente, per fissare punti particolari della poesia, in "radici" possa trovare spazio qualche virgola, suoi fratelli e sorelle (. : ; ? !).

Offline Max Ray Springsteen

Re:Sull'uso delle virgole
« Risposta #11 il: Sabato 14 Ottobre 2017, 10:40:41 »
Mi piacciono, le virgole, così leggere, apparentemente fragili, eppure capaci di dar peso al testo. Credo che appartengano maggiormente alla prosa, ma sono essenziali anche nella stesura di una canzone (come scritto più volte, io non parlo mai di poesia). Certo, si possono omettere spezzando il verso, andando a capo, ma non è sempre possibile (e neppure consigliabile, aggiungerei). Per esigenze metriche, per far risaltare lo schema utilizzato nella composizione, non se ne può proprio fare a meno. Quando però l'autore non ne conosce il corretto utilizzo, diventano stucchevoli e danno il senso del disordine, della confusione, come fossero seminate dal vento.
Per curiosità, sono andato a cercarle nelle poche liriche proposte nel sito e, per spiegarmi meglio, prendo due versi nei quali compaiono con diverso peso.
Primo verso: "ma dei corvi ho solo gli occhi, non il volo disgraziato"
Secondo verso: "ed allora resta nudo, il sovrano dell'inchiostro".
Nel primo caso, credo si possa essere tutti d'accordo sull'essenzialità della virgola (non solo per rispettare metrica e schema).
Nel secondo caso, a rigor di logica, sembrerebbe meno essenziale ma, per una sottigliezza, credo di non poterne fare a meno. Senza la virgola, il senso del verso resta immutato, ma a me appare comunque diverso. Cambia l'intensità (almeno nella mia mente). Se tolgo la virgola, mi viene da pensare ad un gruppo di sovrani, tra i quali uno (quello dell'inchiostro) resta nudo. A parte il fatto che io preferisca avere immagini d'altro genere (femminile, quanto meno), nella mia mente, credo che la virgola escluda altri possibili sovrani, lasciando inesorabilmente solo quello dell'inchiostro. Come ho detto, è una sottigliezza, ma per me è importante.
Ok, fine del contributo  :)

Offline adriana sini

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Re:Sull'uso delle virgole
« Risposta #12 il: Sabato 14 Ottobre 2017, 12:12:36 »
Mi piacciono, le virgole, così leggere, apparentemente fragili, eppure capaci di dar peso al testo. Credo che appartengano maggiormente alla prosa, ma sono essenziali anche nella stesura di una canzone (come scritto più volte, io non parlo mai di poesia). Certo, si possono omettere spezzando il verso, andando a capo, ma non è sempre possibile (e neppure consigliabile, aggiungerei). Per esigenze metriche, per far risaltare lo schema utilizzato nella composizione, non se ne può proprio fare a meno. Quando però l'autore non ne conosce il corretto utilizzo, diventano stucchevoli e danno il senso del disordine, della confusione, come fossero seminate dal vento.
Per curiosità, sono andato a cercarle nelle poche liriche proposte nel sito e, per spiegarmi meglio, prendo due versi nei quali compaiono con diverso peso.
Primo verso: "ma dei corvi ho solo gli occhi, non il volo disgraziato"
Secondo verso: "ed allora resta nudo, il sovrano dell'inchiostro".
Nel primo caso, credo si possa essere tutti d'accordo sull'essenzialità della virgola (non solo per rispettare metrica e schema).
Nel secondo caso, a rigor di logica, sembrerebbe meno essenziale ma, per una sottigliezza, credo di non poterne fare a meno. Senza la virgola, il senso del verso resta immutato, ma a me appare comunque diverso. Cambia l'intensità (almeno nella mia mente). Se tolgo la virgola, mi viene da pensare ad un gruppo di sovrani, tra i quali uno (quello dell'inchiostro) resta nudo. A parte il fatto che io preferisca avere immagini d'altro genere (femminile, quanto meno), nella mia mente, credo che la virgola escluda altri possibili sovrani, lasciando inesorabilmente solo quello dell'inchiostro. Come ho detto, è una sottigliezza, ma per me è importante.
Ok, fine del contributo  :)

Concordo e sottoscrivo: le virgole posson esser piume capaci di solleticare e stuzzicare il verso ovvero macigni, capaci di rompere irrimediabilmente il gusto della lettura.