Quanto tempo, dopo aver scritto una poesia (o un racconto) , "perdo" per sistemare le virgole (e magari, quando la, o lo, pubblico, ce n'è ancora qualcuna in più, in meno, o fuori posto! )
E francamente talvolta mi è capitato di trovare una bella poesia qui nel sito, magari pure in qualche modo premiata, la cui lettura è però resa ardua dall'improprio uso delle virgole...
Per rinfrescarmi le idee, sono andato a rileggere il capitoletto "Virgola" del libro "L'italiano. Lezioni semiserie" ( ed. Rizzoli, 2007, pagg. 77 - 78 ) , di Beppe Severgnini, quel simpatico giornalista-scrittore che riesce a rendere leggero e piacevole ogni argomento attraverso l'ironia e un po' di comicità.
Dopo averci ricordato che Giacomo Leopardi era letteralmente innamorato delle virgole, Severgnini ci fornisce un esempio estremo, quello di un best seller in lingua inglese, "Eats, Shoots and Leaves" ( "Mangia, spara e se ne va" ) : se quella virgola mancasse, il titolo significherebbe "Mangia germogli e foglie" !
Poi scrive: "Buona parte della logica, scriveva Niccolò Tommaseo, potrebbe ridursi a un trattato sulle virgole. La virgola è duttile, ma non può far tutto. Non può, per esempio, separare il soggetto dal predicato ( 'Marco, guarda i capelli della moglie e si spaventa' ) , né il predicato dall'oggetto ( 'Marco guarda, i capelli della moglie... ' ) . Non deve precedere una relativa limitativa ( 'La moglie mostrò al marito i capelli, che aveva appena rovinato' ) mentre è comune prima d'una relativa esplicativa ( 'La moglie, che era stata da un parrucchiere incosciente, spaventò il marito Marco' ) . "
E continua: "La virginea virgola subisce fin troppe attenzioni. Molestie, direi. C'è chi l'acchiappa e la sbatacchia qui e là; chi ne fa un uso maniacale; e chi non l'adopera mai, quasi la temesse. Un noto intellettuale mi ha scritto, giorni fa, e ha infilato 304 parole (contate) senza virgole né punti. Quello che diceva era interessante. Ma, per leggerlo, occorrevano le bombole d'ossigeno. "
E infine conclude: "Eppure è semplice. 'Quando parliamo, facciamo ogni tanto pause più o meno brevi che servono a rendere più chiaro e colorito il nostro discorso. Nella scrittura, queste pause si traducono nei segni d'interpunzione' , leggo in ' La nostra lingua. Libro di regole ed esercizi sulla grammatica per la prima classe delle scuole medie inferiori' (Giuseppe Lipparini, 1925) . E' ancora così: certe cose non cambiano. Siete incerti se mettere la virgola prima della congiunzione 'e' ? Non importa. 'Quindi' va messo tra due virgole? Chi se ne frega. Cercate invece di riprodurre le soste della voce, che corrispondono al viaggio del pensiero: fermata, virgola; sosta breve, punto e virgola; sosta, punto. Parcheggio e cambio veicolo: punto e a capo. "
Mi auguro che i consigli di Beppe Severgnini possano essere utili, in primo luogo, a me stesso; se poi altri / e vorranno approfittarne, sarò contento di avere scritto qualcosa di sfruttabile.