ALESSIA GIUCACatanese di nascita (1982): come per tutti i siciliani, c’è di mezzo un mare per arrivare a loro, ma una volta che ci sei scopri la loro ospitalità...
così la poesia dell’Autrice, che si affaccia schiva, di rado, e da lontano (2008) nella sua home-page senza immagini, se entri a leggerla, ti apre un mondo di sensazioni e di emozioni che di riflesso scavano nelle tue, e te la senti vicina…http://www.scrivere.info/poeta.php?idautore=4266 Sul Sito Scrivere dal 12 settembre 2008 ad oggi, con 41 poesie, fra le quali scelgo:
Mi chiedi l'autunno e non so dartelo di Alessia Giuca – 22/9/2016 - Introspezione
Non voglio
che il mio tempo ti sappia di malinconia:
è vero,
somiglio alle lingue di rugiada
tra le foglie mattutine;
è vero,
mi illumino come i boschi,
quando è umido
e non si vede;
è vero,
giaccio lenta come la polvere
al passaggio di un carro
senza ruote...
Ma,
se anche tutto questo è vero,
io non mi perdo la conta dei tuoi denti,
se e quando ridi:
giaccio lenta,
ancora,
ma per finire
nel tegame a cui talvolta
pretendi di dar fuoco.
Il mio commento:
«Un azzeccato esempio per metafore del tipo di donna che chiede quasi scusa di esistere
al suo amato, non sentendosi all'altezza delle di lui aspettative... ma questa donna nel
finale si riscuote per rinfacciare a lui che forse c'è un limite alle sue pretese...»
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Come gelsomino di Alessia Giuca – 22/8/2015 – Riflessioni
E si vive
anche senza fiato,
ebbri di gelsomino
ed acqua di colonia sconosciuta,
quasi.
Se piove ti sento camminare,
da parte a parte,
una danza che sa di gioco:
ultimi scampoli di un andare che non è mai venire.
...E si vive
anche senza il giorno,
tirati a lucido come zucche vuote
pronti ad esser riempiti di luci,
candele di una festa senza torta.
Se schiarisce ti sento fèrvere,
di conta in conta,
una cantilena che non si ripete:
petali di pupille.
Sei altro dal fiato, dal giorno, da me.Il mio commento:
«Vivere di profumi gradevoli, quasi... e sgradevoli, quasi. Vivere anche senza sentire il giorno,
pronti ad essere tirati a lucido, tra gli altri.
Ma l'autrice osa sperare altro, lo intravvede...
"Se schiarisce ti sento fèrvere ... Sei altro dal fiato, dal giorno, da me."»
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LA CIRCOLARITA’ DEI QUADRATI di Alessia Giuca - 21/8/17 - RiflessioniÈ sabato
al venerdì,
quando aspetti che
l'unico angolo di strada
non ti somigli.
Ci si volta sempre a cercare luoghi,
ci si scambia sempre per luoghi
e magari non si è che strade di campagna,
portali di periferia o,
ancor più invasi,
linee cresciute circolarmente.
L'ipotenusa malinconica
conosce la circolarità dei quadrati
e non se ne ravvede.
È sabato
al venerdì,
anche se non conosci la sfumatura,
il cunicolo,
il giogo che l'edera farà alle mura di casa:
perché è casa
l'ultimo chiaro
prima di sera,
prima che s'era.
Il mio commento:
I paralleli geometrici con la vita azzeccati ed efficaci:
Quelle linee cresciute circolarmente, perché per vedere di più hanno voluto scendere e si sono messe a girare in tondo. Così succede per qualcuno che trova stretto il suo mondo…
E il parallelo con 'ipotenusa, che conosce i suoi quadrati dalla loro costruzione, che sa quanta malinconia stia inscritta in ognuno di loro.
Ti senti di vivere l’attesa di una festa, di essere diversa dal quotidiano tran tran, statico e previsto come il solito angolo di strada. E ti può succedere un giorno qualunque, anche se non è vigilia … Un invito a vedere il presente – a viverlo come se fosse il futuro tanto atteso – qui e ora. PRIMA DI SERA – PRIMA CHE S’ERA. Magistrale.
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Vi invito al commento:
Accendete la vostra luce per far leggere queste poesie.
Grazie