Raccolto - connesso - alzo
Tre parole che rammentano di cose passate, dell’infanzia, di storie e sentimenti andati nel tempo, ma mai dimenticati.
Può essere la casa dell’infanzia dai muri scrostati (nella bellissima Oblio di
Pinotota) o ciò che si raccoglie ancora nell’esperienza dei raccolti passati (
Chiti).
Ed il raccolto diventa ciò che si è costruito nel passato e ci lascia connessi all’esistenza che scorre e che disconosce l’abbandono di ciò che si è progettato o desiderato.
Il raccolto o il raccogliere è il sunto del nostro passato e, non solo da un punta di vista biblico, dipende di ciò che si è seminato ed anche da come si è seminato.
Ed in questo, il verbo alzare, in prima persona, è l’affermazione di chi non si arrende e continua a costruire ed innalzare un’esistenza che, alla fine, tende al Creatore.
Non a caso alcune poesie sono preghiere o esortazioni a Dio che può anche sembrare assente (Al Buio di
Wilobi) mentre altre sono di ringraziamento (
Lidia Filippi).
Una nota a parte per “La Grande Madre” di Filippi e per la quale voglio solo dire che lo spirito di Geha ovvero la Grande madre del paganesimo è una concezione umana alquanto fantasiosa. Ciò che non è fantasioso e il contenuto “energetico” di un pianeta e quello della Terra è ancora indistruttibile. Ciò che rischia l’estinzione è quella specie di bipedi che vi camminano sopra. La Terra in quanto pianeta è ancora lontano dallo scomparire.
Forse sarebbe ora che l’uomo faccia ciò che scrive
Della Cornia in Perdonaci Madre Terra.
Una nota a parte per la poesia Quartier Generale di
D.Bello che sfugge a queste classificazioni e in una visione quasi irreale e di cose antiche lascia un senso di mistero ed un’irregolarità in quel connesso (termine dal senso moderno) collegato a cose dal gusto antico.
Chi ha usato il termine connesso riferendosi ad internet ha sempre sottolineato l’uso errato del sistema che è diventato il contrario di ciò che fu all’inizio. Un sistema di scambio di idee e conoscenze.
Condivido in pieno la poesia Democrazia di
G.Licata ed aggiungo che la Democrazia è diventata una delle tante ideologie scomparse da questo mondo e viene usata per indicare l’autocrazia di pochi. L’Essere potrebbe essere una soluzione, ma l’Essere tende ad essere sopraffatto dall’Avere (E.Fromm) e l’unica difesa che ha è quella della distruzione.
In questo contesto “politico” piaciuta anche Non so di
Komandante99 anche se al vecchio stato preferirei connettergli spranghe e catene.
Invece, riprendendo i primi due versi di Quale Legame di
P.Tola, per fortuna speriamo che il cuore (ovvero la nostra parte emozionale) non sia mai connesso alla ragione. La ragione deve rimanere libera da ogni catena. E la dimostrazione di ciò, sembra una coincidenza, ma le coincidenze non esistono, è nella poesia successiva “Senza più Sogni” di
G.Scimonelli. Guardare il passato, cioè una sequenza di cause ed effetti con le ragioni del cuore porta a sbagliare, nella maggior parte dei casi, la valutazione ed a credere di aver sbagliato. Deve essere sempre la ragione a dare il giudizio finale.
Tra tutte a rappresentare tutte scelgo questa strofa di
G.Monopoli dalla sua poesia “Ho…”:
"Ho raccolto chicchi di vita
nelle mani semi di speranzaconnesso a sogni immortalati all’infinito
orlati tutti con la migliore organza"