La seconda poesia che prendo in esame tra quelle segnalate nel tema “la macchia dell’indifferenza” è "A macchia" di Rita Minniti. E ve la propongo riportandola qui con relativo link e il mio commento, al quale mi auspico seguano quelli di altri autori.
Nel frattempo vi auguro buona lettura
A MACCHIA – RITA MINNITI
A macchia
si propaga imperterrita,
inesorabile,
come visione
scartata a priori
sul debole contorno
della precarietà.
Traiettoria
che non s’interseca
al valore prezioso
dell’umana fragilità.
Avanza
a nuocere l’esistenza
d’un bisogno d’aiuto.
A sentenziare
un mutismo inaccettabile.
A far zittire,
la consapevolezza
del male,
irradiato nelle vene
d’una rassegnazione forzata,
dalla paura opprimente,
senza via d’uscita,
l’indifferenza
http://scri.re/p446790IL MIO COMMENTO
E’ come quando dilaga un incendio. Una scintilla è sufficiente ad innescare un fuoco che distrugge tutto.
L’indifferenza, una macchia, silenziosa, che non ha occhi né orecchie. Stati d’animo ed emozioni messe a tacere dinanzi alla fragilità umana, ad una richiesta di aiuto. Come se ci si convincesse che, zittendo il nostro sentire, quello che è intorno a noi e che disperatamente incontra il nostro sguardo per un soccorso o conforto o ascolto, possa scomparire. Di solito si usa l’espressione riguardo a un fenomeno o realtà, se lo conosci lo eviti, nel senso che la conoscenza ci consente di prendere le nostre saggie giuste decisioni.
Qui parrebbe il contrario, indifferenza = decisione di ignorare qualcosa, quindi evitare di farsi coinvolgere emotivamente. E se rimani indifferente, ti imponi di ignorare la povertà, la malattia, la violenza, ed ogni altro male che affligge la nostra società. Mi domando... e a questo mi porta la lettura della poesia della Minniti, molto chiara e ben stilata, che riesce bene a rendere in versi un argomento non facile, sì mi domando, ma dove andrà a finire questa umanità sempre più calcolatrice ed egoista e sempre meno sensibile?