Accidenti, il mio compito non era terminato… Sono ancora qui, forse un po’ imbranata… ma faccio del mio meglio.
Vi presento la seconda poesia che ho scelto di Demetrio Amaddeo
TRISTEZZA di Demetrio Amaddeo – 02/05/2017
Cullo la tristezza
come il vento culla l'illusione
mentre guardo il mare
da un balcone senza luce.
I ragazzi sulla spiaggia
si baciano sui lembi delle labbra
e le onde cantano
la canzone degli amanti.
Vecchio pescatore
portami via dal grigiore
o sarà il vento a sradicarmi
da questa terra senza amore.
Portami con te in alto mare
o sarò scaraventato
in quell'angolo di cielo
da dove sporge una costola di Dio
dove imputridisce l'amore
ed è pace l'oblio.
Non lasciarmi qui
anche se di fronte a me
c'è l'immenso
ma annaspo tra le stelle
che mi cavano gli occhi
senza darmi risposte
a questa notte senza luna.
Il mio commento: Questa poesia è quasi un dipinto. Il volto della tristezza così come appare agli occhi di Demetrio Amaddeo, visto da ogni angolazione, sotto ogni prospettiva. Una tristezza con la quale egli dialoga e che a tratti si prende beffa del mondo circostante, sì proprio così a mio parere, si prende beffa delle onde, dei ragazzi che si baciano. Una tristezza dalla quale vuole fuggire, pur avendo di fronte a sé l’immenso. Ma l’immenso a volte fa paura.
Il linguaggio di Demetrio è chiaro, preciso, calato nella realtà.
Infine,con la terza poesia chiudo le proposte di lettura dei versi di Demetrio Amaddeo, con la speranza di aver adempiuto bene al mio compito, da matricola del forum. Eccovi:
NON ESISTE NIENTE di Demetrio Amaddeo – 23/01/2017
Non esiste niente
esiste solo la paura e l'egoismo
il terrore di essere travolti dal nulla
e ci siamo inventati il Paradiso
qualcosa di superiore per addolcire la morte.
Non esiste niente
e chi ha un'anima la vende
al migliore offerente
chi ha un pezzo di cuore vergine
lo sputa sulla gente
come fosse oro
perla di luce nel mare azzurro dell'inferno.
Non esiste niente
se non la curiosità di varcare il confine
della nostra ovvietà
e anche io sono niente
blatero come un deficiente
m'illudo guardando l'orizzonte
m'innamoro
e scrivo idiote poesie
pensando di avere la formula vincente
per fottere la morte.
E invece questo immenso
mi fa crollare come una foglia
sul prato sconfinato
delle mie ispide reminiscenze.
Il mio commento: In questa poesia torna “l’immenso” in contrapposizione però ad una visione negativa, o forse reale ma transitoria, della vita, quella che ti fa dubitare di qualsiasi cosa, che ti porta a negare l’esistenza di qualsiasi cosa, fuorchè della paura di essere travolti dal nulla.
Non solo non esiste niente, per l’autore, ma addirittura egli arriva a negare la sua stessa esistenza.
C'è però il colpo di scena finale e tutto viene rimesso in discussione, l’immenso, che ci fa crollare e ci fa ammutolire. Di questi versi apprezzo l’intensità, la forza e la potenza espressiva.