Autore Topic: Commentiamo insieme  (Letto 8685 volte)

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Offline Demetrio Amaddeo

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Re:Commentiamo insieme
« Risposta #15 il: Domenica 11 Giugno 2017, 22:11:28 »
Ringrazio Rosetta Sacchi per avere scelto una mia poesia da commentare sul Forum in questo nuovo spazio che Elisabetta Randazzo ha creato per noi e che condivido pienamente.
Riguardo la poesia scelta, onestamente mi ha spiazzato un pochino, perchè non pensavo potesse piacere...poesia vera e di pancia ma credo fuori dal solito canone poetico che si legge qui su Scrivere, quindi doppiamente contento...
Non mi addentro nel commento di Rosetta e di Poeta per te Zaza perchè ognuno ha diritto a una libera interpretazione dei testi che va a leggere...posso solo dire che il titolo mi è venuto in mente ascoltando una canzone di Ron ( Vorrei incontrarti tra cent'anni) e una di Lucio Dalla (telefonami tra vent'anni)...l'amore, quello vero lo puoi riconoscere dopo la passione dei primi giorni, dei primi tempi e se resiste nel tempo anche senza mai sentirsi, magari per cento anni e si sente lo stesso impeto...significa che è il vero amore
« Ultima modifica: Domenica 11 Giugno 2017, 22:13:39 da Demetrio Amaddeo »

Offline Rosetta Sacchi

Re:Commentiamo insieme
« Risposta #16 il: Domenica 11 Giugno 2017, 22:57:39 »
Accidenti, il mio compito non era terminato… Sono ancora qui, forse un po’ imbranata… ma faccio del mio meglio.
Vi presento la seconda poesia che ho scelto di Demetrio Amaddeo

TRISTEZZA  di Demetrio Amaddeo – 02/05/2017

Cullo la tristezza
come il vento culla l'illusione
mentre guardo il mare
da un balcone senza luce.
I ragazzi sulla spiaggia
si baciano sui lembi delle labbra
e le onde cantano
la canzone degli amanti.
Vecchio pescatore
portami via dal grigiore
o sarà il vento a sradicarmi
da questa terra senza amore.
Portami con te in alto mare
o sarò scaraventato
in quell'angolo di cielo
da dove sporge una costola di Dio
dove imputridisce l'amore
ed è pace l'oblio.
Non lasciarmi qui
anche se di fronte a me
c'è l'immenso
ma annaspo tra le stelle
che mi cavano gli occhi
senza darmi risposte
a questa notte senza luna.


Il mio commento: Questa poesia è quasi un dipinto. Il volto della tristezza così come appare agli occhi di Demetrio Amaddeo, visto da ogni angolazione, sotto ogni prospettiva.  Una tristezza con la quale egli dialoga e che a tratti si prende beffa del mondo circostante, sì proprio così a mio parere, si prende beffa delle onde, dei ragazzi che si baciano. Una tristezza dalla quale vuole fuggire, pur avendo di fronte a sé l’immenso. Ma l’immenso a volte fa paura.
Il linguaggio di Demetrio è chiaro, preciso, calato nella realtà.

Infine,con la terza poesia chiudo le proposte di lettura dei versi di Demetrio Amaddeo, con la speranza di aver adempiuto bene al mio compito, da matricola del forum. Eccovi:

NON ESISTE NIENTE  di Demetrio Amaddeo – 23/01/2017

Non esiste niente
esiste solo la paura e l'egoismo
il terrore di essere travolti dal nulla
e ci siamo inventati il Paradiso
qualcosa di superiore per addolcire la morte.
Non esiste niente
e chi ha un'anima la vende
al migliore offerente
chi ha un pezzo di cuore vergine
lo sputa sulla gente
come fosse oro
perla di luce nel mare azzurro dell'inferno.
Non esiste niente
se non la curiosità di varcare il confine
della nostra ovvietà
e anche io sono niente
blatero come un deficiente
m'illudo guardando l'orizzonte
m'innamoro
e scrivo idiote poesie
pensando di avere la formula vincente
per fottere la morte.
E invece questo immenso
mi fa crollare come una foglia
sul prato sconfinato
delle mie ispide reminiscenze.

Il mio commento: In questa poesia torna “l’immenso”  in contrapposizione però ad una visione negativa, o forse reale ma transitoria, della vita, quella che ti fa dubitare di qualsiasi cosa, che ti porta a negare l’esistenza di qualsiasi cosa, fuorchè della paura di essere travolti dal nulla.
Non solo non esiste niente, per l’autore, ma addirittura egli arriva a negare la sua stessa esistenza.
C'è però il colpo di scena finale e tutto viene rimesso in discussione, l’immenso, che ci fa crollare e ci fa ammutolire. Di questi versi apprezzo l’intensità, la forza e la potenza espressiva.

Offline Elisabetta Randazzo

Re:Commentiamo insieme
« Risposta #17 il: Lunedì 12 Giugno 2017, 12:32:00 »
Accidenti, il mio compito non era terminato… Sono ancora qui, forse un po’ imbranata… ma faccio del mio meglio.
Vi presento la seconda poesia che ho scelto di Demetrio Amaddeo

TRISTEZZA  di Demetrio Amaddeo – 02/05/2017

Cullo la tristezza
come il vento culla l'illusione
mentre guardo il mare
da un balcone senza luce.
I ragazzi sulla spiaggia
si baciano sui lembi delle labbra
e le onde cantano
la canzone degli amanti.
Vecchio pescatore
portami via dal grigiore
o sarà il vento a sradicarmi
da questa terra senza amore.
Portami con te in alto mare
o sarò scaraventato
in quell'angolo di cielo
da dove sporge una costola di Dio
dove imputridisce l'amore
ed è pace l'oblio.
Non lasciarmi qui
anche se di fronte a me
c'è l'immenso
ma annaspo tra le stelle
che mi cavano gli occhi
senza darmi risposte
a questa notte senza luna.


Il mio commento: Questa poesia è quasi un dipinto. Il volto della tristezza così come appare agli occhi di Demetrio Amaddeo, visto da ogni angolazione, sotto ogni prospettiva.  Una tristezza con la quale egli dialoga e che a tratti si prende beffa del mondo circostante, sì proprio così a mio parere, si prende beffa delle onde, dei ragazzi che si baciano. Una tristezza dalla quale vuole fuggire, pur avendo di fronte a sé l’immenso. Ma l’immenso a volte fa paura.
Il linguaggio di Demetrio è chiaro, preciso, calato nella realtà.

Infine,con la terza poesia chiudo le proposte di lettura dei versi di Demetrio Amaddeo, con la speranza di aver adempiuto bene al mio compito, da matricola del forum. Eccovi:

NON ESISTE NIENTE  di Demetrio Amaddeo – 23/01/2017

Non esiste niente
esiste solo la paura e l'egoismo
il terrore di essere travolti dal nulla
e ci siamo inventati il Paradiso
qualcosa di superiore per addolcire la morte.
Non esiste niente
e chi ha un'anima la vende
al migliore offerente
chi ha un pezzo di cuore vergine
lo sputa sulla gente
come fosse oro
perla di luce nel mare azzurro dell'inferno.
Non esiste niente
se non la curiosità di varcare il confine
della nostra ovvietà
e anche io sono niente
blatero come un deficiente
m'illudo guardando l'orizzonte
m'innamoro
e scrivo idiote poesie
pensando di avere la formula vincente
per fottere la morte.
E invece questo immenso
mi fa crollare come una foglia
sul prato sconfinato
delle mie ispide reminiscenze.

Il mio commento: In questa poesia torna “l’immenso”  in contrapposizione però ad una visione negativa, o forse reale ma transitoria, della vita, quella che ti fa dubitare di qualsiasi cosa, che ti porta a negare l’esistenza di qualsiasi cosa, fuorchè della paura di essere travolti dal nulla.
Non solo non esiste niente, per l’autore, ma addirittura egli arriva a negare la sua stessa esistenza.
C'è però il colpo di scena finale e tutto viene rimesso in discussione, l’immenso, che ci fa crollare e ci fa ammutolire. Di questi versi apprezzo l’intensità, la forza e la potenza espressiva.
"La poesia non è un modo di esprimere un'opinione. E' un canto che sale da una ferita sanguinante o da labbra sorridenti."
Kahlil Gibran

Offline Elisabetta Randazzo

Re:Commentiamo insieme
« Risposta #18 il: Mercoledì 14 Giugno 2017, 18:41:00 »
Ringrazio Elisabetta Randazzo per la stima e la fiducia. Spero di riuscire in questo compito. In realtà mi sento emozionata come una scolaretta…
Si continua con la caccia alla buona poesia come dice Poeta per te zaza.
Propongo all’attenzione degli  autori  : DEMETRIO AMADDEO
Mi piace come quest’autore si presenta nella sua biografia
“La poesia non va pensata, è fulmine dell’anima, vento nelle ossa, gelo sulla lingua, ecchimosi nel cuore….”
Nel sito dal 26/09/2011 con 320 poesie. Scelgo una delle sue ultime dal titolo:

http://www.scrivere.info/poeta.php?idautore=16022

CHIAMAMI TRA CENTO ANNI di Demetrio Amaddeo – 09/06/2017

Chiamami tra cento anni
quando le mie rughe saranno solchi
e nel cielo ci saranno le stesse nuvole
di quel giorno di maggio
quando la pioggia era un respiro
e le lancette un bacio
conficcate nel mio fianco.
Chiamami quando sarò un tronco
e le foglie un ornamento sul mio marmo
e quel giorno vieni pure
a togliermi quei rami dagli occhi
che come aghi di pino
galleggiavano nel fiume del nostro destino
e non sarà mai tardi
non sarò più piombo
né zavorra sui tuoi passi stanchi.
Chiamami quando avremo la stessa solitudine
e la confonderemo con l'amore
senza più inquietudine
ansia e languore
ma con l'attenzione di due vecchi
storpiando poesie
sul viale che porta all'inutile infinito
nello strapiombo di un bambino
tra la paura e il gioco
di euforica morte.

Il mio commento

“Un canto d’amore, un’invocazione che si allaccia quasi ad un senso di sfida con se stessi. Un invito a vivere il sentimento, a sviscerarlo nel profondo, come a voler constatare che si tratti di vero amore. Un amore che ci trasforma, che ci fa diventare tutte le cose dell’universo. Un amore che ci domandiamo,  sarà ancora vivo col passare degli anni? Forse lo chiameremo con un altro nome, forse ci sarà un tempo in cui lo confonderemo con il bisogno di unire due solitudini. Ma “chiamami tra cento anni “ racchiude in sé desiderio, speranza, è un misto di saggezza e follia. Un bel testo, scritto bene, con immagini sospese tra realtà e sogno, che a tratti acquistano la sembianza di visioni. Un testo di un autore che merita di essere letto.
"La poesia non è un modo di esprimere un'opinione. E' un canto che sale da una ferita sanguinante o da labbra sorridenti."
Kahlil Gibran

Offline Elisabetta Randazzo

Re:Commentiamo insieme
« Risposta #19 il: Mercoledì 14 Giugno 2017, 18:41:25 »
Accidenti, il mio compito non era terminato… Sono ancora qui, forse un po’ imbranata… ma faccio del mio meglio.
Vi presento la seconda poesia che ho scelto di Demetrio Amaddeo

TRISTEZZA  di Demetrio Amaddeo – 02/05/2017

Cullo la tristezza
come il vento culla l'illusione
mentre guardo il mare
da un balcone senza luce.
I ragazzi sulla spiaggia
si baciano sui lembi delle labbra
e le onde cantano
la canzone degli amanti.
Vecchio pescatore
portami via dal grigiore
o sarà il vento a sradicarmi
da questa terra senza amore.
Portami con te in alto mare
o sarò scaraventato
in quell'angolo di cielo
da dove sporge una costola di Dio
dove imputridisce l'amore
ed è pace l'oblio.
Non lasciarmi qui
anche se di fronte a me
c'è l'immenso
ma annaspo tra le stelle
che mi cavano gli occhi
senza darmi risposte
a questa notte senza luna.


Il mio commento: Questa poesia è quasi un dipinto. Il volto della tristezza così come appare agli occhi di Demetrio Amaddeo, visto da ogni angolazione, sotto ogni prospettiva.  Una tristezza con la quale egli dialoga e che a tratti si prende beffa del mondo circostante, sì proprio così a mio parere, si prende beffa delle onde, dei ragazzi che si baciano. Una tristezza dalla quale vuole fuggire, pur avendo di fronte a sé l’immenso. Ma l’immenso a volte fa paura.
Il linguaggio di Demetrio è chiaro, preciso, calato nella realtà.

Infine,con la terza poesia chiudo le proposte di lettura dei versi di Demetrio Amaddeo, con la speranza di aver adempiuto bene al mio compito, da matricola del forum. Eccovi:

NON ESISTE NIENTE  di Demetrio Amaddeo – 23/01/2017

Non esiste niente
esiste solo la paura e l'egoismo
il terrore di essere travolti dal nulla
e ci siamo inventati il Paradiso
qualcosa di superiore per addolcire la morte.
Non esiste niente
e chi ha un'anima la vende
al migliore offerente
chi ha un pezzo di cuore vergine
lo sputa sulla gente
come fosse oro
perla di luce nel mare azzurro dell'inferno.
Non esiste niente
se non la curiosità di varcare il confine
della nostra ovvietà
e anche io sono niente
blatero come un deficiente
m'illudo guardando l'orizzonte
m'innamoro
e scrivo idiote poesie
pensando di avere la formula vincente
per fottere la morte.
E invece questo immenso
mi fa crollare come una foglia
sul prato sconfinato
delle mie ispide reminiscenze.

Il mio commento: In questa poesia torna “l’immenso”  in contrapposizione però ad una visione negativa, o forse reale ma transitoria, della vita, quella che ti fa dubitare di qualsiasi cosa, che ti porta a negare l’esistenza di qualsiasi cosa, fuorchè della paura di essere travolti dal nulla.
Non solo non esiste niente, per l’autore, ma addirittura egli arriva a negare la sua stessa esistenza.
C'è però il colpo di scena finale e tutto viene rimesso in discussione, l’immenso, che ci fa crollare e ci fa ammutolire. Di questi versi apprezzo l’intensità, la forza e la potenza espressiva.
"La poesia non è un modo di esprimere un'opinione. E' un canto che sale da una ferita sanguinante o da labbra sorridenti."
Kahlil Gibran

Offline Elisabetta Randazzo

Re:Commentiamo insieme
« Risposta #20 il: Mercoledì 14 Giugno 2017, 18:48:07 »
Il topic che ho aperto sta per commentiamo insieme,  NON ignoriamo insieme. Sono un pò delusa...
"La poesia non è un modo di esprimere un'opinione. E' un canto che sale da una ferita sanguinante o da labbra sorridenti."
Kahlil Gibran

Offline Rosetta Sacchi

Re:Commentiamo insieme
« Risposta #21 il: Mercoledì 14 Giugno 2017, 19:22:54 »
Elisabetta Randazzo aveva ampiamente esposto  i criteri  e le modalità di scelta delle tre poesie a testa di uno stesso autore da parte dei membri del gruppo critico, con cadenza settimanale, rendendo edotti di questa “novità” tutti gli autori di Scrivere.
A quanto pare, però, l’invito a partecipare non è stato raccolto. Eppure leggendo le poesie sul sito, vedo una bella schiera di commentatori.
Non posso che esprimere solidarietà per quanto poco fa   rappresentato da Elisabetta Randazzo e la stessa amara delusione...

Offline Elisabetta Randazzo

Poesia di Tristano
« Risposta #22 il: Mercoledì 14 Giugno 2017, 19:43:37 »

Una rima agonizzante

Sulla riva dell’inchiostro c’è una rima agonizzante
che il carnefice ha baciato con stucchevole dolcezza
e dall’alba all’imbrunire cerca un po’ di compassione
tra le ciglia di un lettore che la noti al primo sguardo.

Ed immota resta lì, a sognare un caldo abbraccio
non di un giovane poeta che seduca le sue labbra
né di un bardo incanutito sulle pagine del tempo
ma di un rigido censore con il fumo alle sue spalle.

Tristano

« Ultima modifica: Mercoledì 14 Giugno 2017, 19:45:31 da Elisabetta Randazzo »
"La poesia non è un modo di esprimere un'opinione. E' un canto che sale da una ferita sanguinante o da labbra sorridenti."
Kahlil Gibran

Offline Rosetta Sacchi

Re:Commentiamo insieme
« Risposta #23 il: Mercoledì 14 Giugno 2017, 20:02:59 »
Per quanto io non preferisca le poesie in rima,  devo riconoscere che questi versi di Tristano sono molto belli. Musicali, profondi, dal ritmo incalzante. Testo fantasioso e fantastico, con immagini originali, intenso e profondo nel significato, ed anche se all’apparenza  i versi possono sembrare come sospesi su di uno strato di astrattezza, sono al contrario, calati nella realtà.  Questa, naturalmente, la mia personale interpretazione

Offline poeta per te zaza

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Re:Commentiamo insieme
« Risposta #24 il: Mercoledì 14 Giugno 2017, 20:20:54 »

Una rima agonizzante

Sulla riva dell’inchiostro c’è una rima agonizzante
che il carnefice ha baciato con stucchevole dolcezza
e dall’alba all’imbrunire cerca un po’ di compassione
tra le ciglia di un lettore che la noti al primo sguardo.

Ed immota resta lì, a sognare un caldo abbraccio
non di un giovane poeta che seduca le sue labbra
né di un bardo incanutito sulle pagine del tempo
ma di un rigido censore con il fumo alle sue spalle.

Tristano


La poesia di Tristano, "giovane vecchio" del Sito, ci è proposta da Elisabetta Randazzo come esemplare metafora di quello che succede
quotidianamente ai testi portatori di "buona ma anonima poesia", cui il "lettore-autore- tipo" di Scrivere non riserva che un frettoloso
sguardo, scavalcandoli.
E dei buoni versi agonizzano nell'ombra... sulla riva dell'inchiostro ne è azzeccatissima espressione.




« Ultima modifica: Mercoledì 14 Giugno 2017, 20:24:52 da poeta per te zaza »
di sabbia e catrame è la vita...
o scorre o si lega alle dita...

Offline Max Ray Springsteen

Re:Commentiamo insieme
« Risposta #25 il: Giovedì 15 Giugno 2017, 00:37:06 »
Chiamato in causa dalla mail della redazione, mi ritrovo a fare qualcosa che nessun autore dovrebbe mai fare: spiegare le proprie opere. Lo faccio perché, come spesso accade, sembra che i lettori non abbiano capito il significato, considerando, addirittura, i miei versi come una specie di testimonianza (o accusa) delle poesie ignorate. A me non dispiace assolutamente che ciò che scrivo non venga commentato, perché io stesso non amo farlo con i testi altrui: mi limito a leggerli. In realtà, i miei otto versi muovono una critica, permeata di ferale umorismo, nei confronti delle rime troppo banali (come, ad esempio, "amore-cuore"). La rima, non presente in questa composizione (anche se pare che non tutti se ne siano accorti), è la protagonista del racconto, e sogna che qualcuno si accorga dello scempio commesso dall'autore, e la bruci (credevo fosse abbastanza esplicito che, almeno per "rigido censore", se non per "caldo abbraccio", intendessi il fuoco). Comunque, mi avete fatto sorridere :).
Ringrazio Elisabetta e le altre commentatrici che, pur avendo frainteso il testo, gli hanno dedicato un po' del loro tempo.
Buona notte.
« Ultima modifica: Giovedì 15 Giugno 2017, 00:48:14 da Tristano »

Offline Rosetta Sacchi

Re:Commentiamo insieme
« Risposta #26 il: Giovedì 15 Giugno 2017, 06:25:54 »
Mi è doveroso precisare che l'espressione : per quanto non preferisca le poesie in rima... l'ho usata proprio umoristicamente parlando, anche se mi rendo conto che avrei dovuto metterla tra virgolette. Ma il post l'aveva inviato già...
La poesia è chiara già dal titolo "Una rima agonizzante" E questo trovo che il lettore se pur non riesca a capirlo fino in fondo, debba perlomeno essere spinto a domandarsi i perché di una rima agonizzante, esponendo il suo pensiero.
D'altra parte la poesia in questione l'avevo letta ed apprezzata, lasciando un semplice messaggio, sentito, già prima che venisse posta sul forum da Elisabetta Randazzo all'attenzione dei "naviganti".
Il lettore esplicita la sua "personale" interpretazione, giusta o sbagliata che sia, quella dettata dalla lettura dei versi in quel momento.
Con ciò ho voluto manifestare la mia considerazione dopo la rilettura del mio commento e di quello di altri, non come replica, ma per dovere di chiarezza.


Offline poeta per te zaza

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Re:Commentiamo insieme
« Risposta #27 il: Giovedì 15 Giugno 2017, 07:38:37 »
Chiamato in causa dalla mail della redazione, mi ritrovo a fare qualcosa che nessun autore dovrebbe mai fare: spiegare le proprie opere. Lo faccio perché, come spesso accade, sembra che i lettori non abbiano capito il significato, considerando, addirittura, i miei versi come una specie di testimonianza (o accusa) delle poesie ignorate. A me non dispiace assolutamente che ciò che scrivo non venga commentato, perché io stesso non amo farlo con i testi altrui: mi limito a leggerli. In realtà, i miei otto versi muovono una critica, permeata di ferale umorismo, nei confronti delle rime troppo banali (come, ad esempio, "amore-cuore"). La rima, non presente in questa composizione (anche se pare che non tutti se ne siano accorti), è la protagonista del racconto, e sogna che qualcuno si accorga dello scempio commesso dall'autore, e la bruci (credevo fosse abbastanza esplicito che, almeno per "rigido censore", se non per "caldo abbraccio", intendessi il fuoco). Comunque, mi avete fatto sorridere :).
Ringrazio Elisabetta e le altre commentatrici che, pur avendo frainteso il testo, gli hanno dedicato un po' del loro tempo.
Buona notte.

 :) anche tu mi hai fatto sorridere, Tristano. Secondo me, hai addirittura la capacità di caricare i tuoi testi di un significato ambivalente, così da adattarsi a due interpretazioni (e di indicare all'uopo la seconda...). Il "rigido censore" è qualcuno che sa di poesia e per questo la sua piena approvazione, il suo "caldo abbraccio" è cercato sino alla fine del giorno dalla bella poesia.

E dimostri anche un'altra cosa: quando si pubblica una poesia, la si consegna, la si offre agli altri, e vale per quello che comunica.



« Ultima modifica: Giovedì 15 Giugno 2017, 07:43:31 da poeta per te zaza »
di sabbia e catrame è la vita...
o scorre o si lega alle dita...

Offline Peppe Cassese

Re:Commentiamo insieme
« Risposta #28 il: Giovedì 15 Giugno 2017, 08:45:07 »
E' possibile sapere che fine ha fatto il mio intervento?
« Ultima modifica: Giovedì 15 Giugno 2017, 08:49:05 da Peppe Cassese »

lorenzosara

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Re:Commentiamo insieme
« Risposta #29 il: Venerdì 16 Giugno 2017, 07:38:41 »
Salve, premetto che commentare una poesia è comunque un'impresa. Dare un senso alla propria lettura perché questo è libera interpretazione...Io ci ho letto, in queta poesia di Demetrio Ammadeo "Chiamami tra cento anni"...

CHIAMAMI TRA CENTO ANNI di Demetrio Amaddeo – 09/06/2017

Chiamami tra cento anni
quando le mie rughe saranno solchi
e nel cielo ci saranno le stesse nuvole
di quel giorno di maggio
quando la pioggia era un respiro
e le lancette un bacio
conficcate nel mio fianco.
Chiamami quando sarò un tronco
e le foglie un ornamento sul mio marmo
e quel giorno vieni pure
a togliermi quei rami dagli occhi
che come aghi di pino
galleggiavano nel fiume del nostro destino
e non sarà mai tardi
non sarò più piombo
né zavorra sui tuoi passi stanchi.
Chiamami quando avremo la stessa solitudine
e la confonderemo con l'amore
senza più inquietudine
ansia e languore
ma con l'attenzione di due vecchi
storpiando poesie
sul viale che porta all'inutile infinito
nello strapiombo di un bambino
tra la paura e il gioco
di euforica morte.

Il tempo, credo sia il filo che conduce a quantificare e materializzare, il peso delle parole pronunciate, quello che dico o mi dici oggi chiedimelo o te lo chiederò tra cento anni, allora potrò potremo dare un senso consistente alle rughe, alla vita stessa vissuta segnata.
Si le lancette scorrono e si conficcano nel fianco, non si dimentica nulla e solo il senso appaga veramente ogni vuoto che si riempie alla fine, nel tirare le somme.
Quando l'amore invecchia e la passione si affievolisce, resta quella solitudine che in qualche modo diventa compagnia reciproca, almeno si spera, perché qualcosa del passato si possa chiamare davvero amore...senza pretese senza ansie e inquietudini.
Spero di essere stata esaustiva...questo mi hanno suscitato i versi della poesia, un saluto.