Cerco di esporre, grossolanamente, il mio modesto parere. La poesia è parente della musica e, quando si esprime in forme classiche (rima, metro... ) è come un tango (o un valzer) , che può essere anche mediocre o pessimo, ma è comunque musica. La poesia moderna, invece, è come un jazz, senza regole precise cioè, o come un tango di Piazzolla, forme musicali che io apprezzo enormemente quando sono scritte e / o suonate da grandissimi artisti come Parker o come Astor, che nascono però solo ogni tanto (alla morte di Piazzolla, ad esempio, mi risulta che i tentativi di imitarlo sono falliti e che a Buenos Aires si è tornati a suonare tanghi tradizionali, magari lievemente modernizzati) . Quando il jazz degenera in certe sue filiazioni "da discoteca" , cessa di essere musica, e diventa un fastidioso ed aberrante rumore. Pochissimi, per non dire nessuno (come Umberto Eco sosteneva con l'esempio del bicchiere) riescono a migliorare una cosa già perfetta, e nel nostro caso la poesia italiana classica lo è. In altre parole, penso che chiunque, con poco o con molto sforzo, possa scrivere una poesia vagamente "classica" (e infatti ci riesco anch'io, bene o male! ) , mentre solo a una ristretta élite (di cui fa senz'altro parte Amara, che mi ha preceduto) sia riservata la possibilità di scrivere una vera poesia "moderna" , senza alcuna costrizione di forme. Per quanto riguarda i commenti, poi, credo che ogni poeta debba arrendersi all'evidenza: i migliori e più appropriati commenti si ricevono solamente dopo la morte!