La invito a non scrivere sciocchezze: "Praticamente Ivan Pozzoni "cura" un libro a Liminamentis trovando un certo numero di autori ognuno dei quali si obbliga a comprare un certo numero di copie. Sulle copie vendute, come curatore, Ivan Pozzoni guadagna la sua percentuale". Confermo - come mia abitudine- di contribuire con la mia quota curatore all'organizzazione di ogni volume e di non percepire MAI nessun ricavo. IO faccio cultura: non ho bisogno di ricavare su essa. E mi appoggio a case editrici che NON abbiano ricavi (cfr. editoria socialista). Non era mia volontà far crescere una "polemica". Però vi chiedo di non scrivere in PUBBLICO inesattezze. Cordiali saluti a tutti
"editoria socialista"
"case editrici che NON abbiano ricavi"? Non credo che possa esistere una casa editrice che non abbia ricavi. Anche le cooperative, che non hanno guadagni, hanno però dei ricavi altrimenti fallirebbero. Chiunque fallirebbe.
Sulla Liminamentis si possono leggere opinioni sul forum:
http://www.writersdream.org/forum/forums/topic/5066-limina-mentis/e non mi sembra che siano diverse dalla nostra. Ci sono autori contenti di ricevere dei "libri" pagandone le spese, e sono liberi di farlo, ma noi siamo liberi di sconsigliarlo perché quando c'è una operazione commerciale c'è sempre qualcuno che ci guadagna.
Se poi tu, Ivan Pozzoni, non fai parte di quelli che ci guadagnano ma anche tu paghi dei soldi per fare il curatore, bhé, che dire, sentire di qualcuno che paga per stampare le proprie poesie è usuale, ma sentire di qualcuno che paga per stampare le poesie di altri è estremamente insolito.
Allora, se veramente quello che dici è vero, facciamo così: la prossima raccolta falla con noi, di sicuro non paghi e non guadagni nulla e di sicuro gli autori non sono obbligati a comprare nessuna quota. Così faresti veramente un'operazione culturale in cui nessuno guadagna, e le copie pubblicate dell'antologia sarebbero in vendita su Amazon.
Sai perché te lo diciamo? Perché quando pubblichiamo antologie solo pochissimi autori comprano due o tre copie e gli altri sono semplicemente soddisfatti di essere stati pubblicati. Pubblicare solo gli autori che si impegnano ad comprare copie, magari anticipando i soldi, è troppo facile. Bello fare operazioni culturali che già in anticipo si sa che tutte le copie verranno acquistate.
Per completezza su Ivan Pozzoni e Liminamentis vi invita anche a leggere e considerare:
https://www.nextquotidiano.it/precisazione-editoria-pagamento/e
http://controcomunebuonsenso.blogspot.it/2014/01/larte-si-fa-coi-soldi-altrui-firmato.htmled infine
http://stranoforte.weebly.com/sala-da-pranzo/letica-filosofica-no-profit-dei-volumi-collettivi-solidali-ovvero-antologie-a-pagamento-con-obbligo-dacquistodal quale traggo poche significative frasi di "Sandy":
"Meno male che ho letto i post di questo blog, stavo per cadere nella trappola.. Mi pare che non ci sia interesse meritocratico, né che legga prima ciò che un autore pubblica, ma manda le mail a caso (...). Essere pubblicati soltanto perchè si paga lo trovo poco dignitoso, e trovo crudele illudere una persona sulla propria bravura nella scrittura, quando in realtà non è quello l'importante, ma soltanto il pagare."