Preso lo spunto da un testo divertente su Uomini e donne,
trovato su
www.yossam.itLo metto in poesia
DIARIO DI LUI E DI LEIDiario di lei: stasera l’ho trovato
un po’ strano; eravamo al ristorante
e siccome io avevo ritardato
gli ho chiesto: - è colpa mia? – e lui, distante,
mi diceva di no, che non c’entravo.
Non mi ha convinta e mentre tornavamo
in macchina gli ho detto che l’amavo,
lui m’ha abbracciato senza dirmi “t’amo”.
Ero preoccupata da morire,
convinta che volesse separarsi,
non c’era niente che sapessi dire
per togliergli dal viso quel suo astrarsi;
ha acceso la tivù a casa, assorto,
stava certo cercando le parole
per dirmi del problema ch’era sorto
(sicuro ha un’altra e più di me la vuole).
Mi sono arresa e sono andata a letto
mentre lui nello schermo si perdeva,
ma dopo poco tempo il mio diletto
m’ha raggiunto e l’amore si faceva:
anche se con carezze e con riguardo,
lui era ancora come allucinato,
distante e malinconico lo sguardo.
Dopo, sempre a parlargli ho riattaccato,
a chiedergli perché quell’aria assente,
ma era già piombato addormentato
ed io non ci sto più capendo niente.
Lui ha un’altra, ne son quasi convinta,
la mia vita è un disastro, sono a terra,
ho pianto finché il sonno non mi ha vinta,
sarò pronta a combattere una guerra?
Diario di lui: la Roma, ahimé, ha perduto,
ho sofferto del brutto risultato,
di una cosa soltanto compiaciuto:
sul finir della sera aver trombato.
P.S.: Il diario di lui, nell'aneddoto in prosa, diceva:
"La Roma ha perso...
meno male che almeno stasera ho trombato"
Come donna, non sono riuscita a dirlo in meno di quattro righe...