La trovo un'intensa poesia, neppure poi troppo sperimentale. Sono evocativi versi liberi, che forse potrebbero essere considerati sperimentali perché non separati, ma io francamente non lo ritengo un motivo sufficiente. La mancanza di spazi bianchi (caratteristica ricorrente in questo autore, se non ricordo male) , anzi, rende più viva l'emozione, più affannoso il respiro per la vana ricerca di quel cagnolino che, come tante cose dell'infanzia, torna con insistenza nei pensieri dell'età senile.
Leggevo giorni fa una vecchia intervista di Leonardo Sciascia a Gesualdo Bufalino: i due grandi Siciliani concordavano sul fatto che siamo segnati per sempre da ciò che ci successe nei primi dieci, al massimo dodici anni di vita; in questo caso l'inganno di persone adulte non avrà potuto fare altro che farci dubitare costantemente e amaramente della sincerità nei rapporti umani in generale.