di Giovanni Perri
Sottovoce
a tratti ti somiglia: e dove alta posa l'arte delle fionde, nelle curve degli occhi, dove dimora l'antica voglia di vedere: uno la chiama gioia delle fontane, quando il bambino ci porta dentro i segreti e l'aria tutta s'infiamma e tu sei l'alba e sei l'oriente avvitato, saltato via da un sogno. E ti somiglia l'ora svagata, la sottana, la rosa, l'erba rampicante, appena sfiori l'idioma appuntito delle stelle, il tacere dei fiumi in ogni punto del corpo quando sotto il corpo un ragno nomina i motivi -della felicità e il tuo ventre riposa come le foglie di un albero dopo la pioggia e piangi, stupendamente, nuda come la parola appena pronunciata.
Secondo me, quando un testo presenta in ogni frase un guizzo lirico, un afflato poetico,
un pensiero "oltre", ebbene, quel testo è poesia e le frasi, ammucchiate o sparse, disordinate
o incolonnate, sono versi.
Certo, ci si domanda perché l'Autore abbia scelto questo sistema di esporre le sue poesie,
un sistema che, peraltro, sembra penalizzarlo, ma è libero di fare come crede.
Non per questo, penso che vada penalizzato. Per esempio, se D'Annunzio avesse scritto in
tal guisa
La pioggia nel pineto, forse non sarebbe stata famosa e apprezzata lo stesso?
Consideriamo il testo SOTTOVOCE:
La piccola sta dormendo e il padre sottovoce si rivolge alla madre della bimba.
Questa ha meno di 18 mesi (ha ancora la "fontanella" nella testa), è infatti l'epoca
segreta della "gioia delle fontane", e il padre trova, negli acerbi lineamenti, somiglianze
materne, come negli zigomi, e là dove si scoccano le occhiate (
dove alta posa l'arte delle fionde) e
nelle curve degli occhi, dove dimora l'antica voglia di vedere.
Ci porta dentro i segreti e l'aria tutta s'infiamma e tu sei l'alba e sei l'oriente avvitato, saltato via da un sogno - L'Autore sente che somigli questo trasporto della figlia per chi la ama alla gioia pura e stupefatta dell'amato per l'amata.
La seconda parte cambia, non più basata sulle somiglianze tra la piccola e la madre,
ma su altre analogie che non capisco (io) del tutto.
Ma il senso sì, lo riconosco, ed è poesia. Ciao Giovanni