E' una densissima riflessione filosofico-scientifica. Siamo composti di molecole ed atomi che, per formarci, si sono staccati dai loro compagni con i quali, magari, stavano una volta, e che, dopo la morte, sono destinati a creare nuove aggregazioni. Ecco, da ciò potrebbe derivare, come nota la poetessa, il nostro disorientamento, la nostra inquietudine: non siamo completi, ma alla perenne ricerca, ansiosa e destinata al fallimento, di pezzetti di noi che stanno vagando chissà dove (potrebbe costituire, questa affannosa e vana ricerca, la nostra "anima" ? )