Cum verba ludere
Io mi diverto un sacco a dire peste e corna
e quando alzo il tacco la vita mia si storna
e se ritratto il bene che naviga nel cuore
mi sembra che le vene pretendano stupore
ché sedi le tempeste estorte dal mio cielo
bruciando nelle teste il fiore del vangelo
ma quando la tua assenza si muta in verità
io noto in evidenza che parli in libertà
per cui compito e celere ti colmo di sostanza
con la mia nuda venere che copre la mancanza.
Bravo Peppe, non me ne ero accorta. Hai fatto la doppia rima in ogni verso, così:
Cum verba ludere
Io mi diverto un sacco a dire peste e corna
e quando alzo il tacco la vita mia si storna
e se ritratto il bene che naviga nel cuore
mi sembra che le vene pretendano stupore
ché sedi le tempeste estorte dal mio cielo
bruciando nelle teste il fiore del vangelo
ma quando la tua assenza si muta in verità
io noto in evidenza che parli in libertà
per cui compito e celere ti colmo di sostanza
con la mia nuda venere che copre la mancanza.
Chapeau!