Esperimento di poesia per gioco - 53a edizione

[enza fontana]

LA VALLE INCANTATA

Nella valle incantata, rovine di rocce muscose
han la forma di splendide rose.

Nei boccioli dei fiori profumati
dormono folletti beati e indisturbati.

Al risveglio cantano gioiosi, saltellano irrequieti
e si sussurrano segreti.

Laboriosi o fannulloni
dei boschi son custodi e son padroni.

L'eco dei loro canti nella valle risuona ormai da anni
dice la leggenda che protegge dai malanni.

[Delinquente]

Eppur son vivo

E tu, eco dell'anima, speri un sogno
i miei peccati son le mie rovine
senza speranze senza illusioni.
Mai più fortezza risorgerà

Triste il risveglio
trova mio sentimento squarciato
appeso a ganci come quarti di bue
nella vetrina macelleria della vita

[Julie]

Il tempo cancella e ripropone

Sotto rovine sofferenti e prive di vita
tra alberi semi spogli e aspre aiole
sbocciano ai raggi del sole
per viottoli solitari, tenere gemme
sopravvissute

un risveglio primaverile
che soffia via in un attimo l'inverno
specchio di un'aurora soffocata
in un'eco profumata
di dolcezza e di rugiada eterna.

[Giovanni Licata]

        Catacombe

Lungo la scia di un roccioso
passato rovine spuntano
nella torbida terra.

Echeggia l'eco a valle,
laddove logorate ombre
 si svegliano. 

Alabastri ricoprono l’uscita
Al risveglio perpetuo
di smisurata pace.

[Azar Rudif]

Caos anagrammatico


Voi, vero consigliere
governerei ivi losco
sciogliervi nove ore
voglioso vernicerei.


Sono rovine,
eco di caotici anagrammi
su  fondamenta oniriche
prima del risveglio,
questi versi.

[Marial]

Sofferenza vissuta

Rovine di splendori antichi
abbandonate nell’eco della storia
posseggono le pietre e i sassi

templi gloriosi nel silenzio sorgono
tra gole e alture ribelli
sin dove osano le aquile
tra l’eco e le raffiche del vento

resti commemorano sofferenza vissuta
d’un passato illustre disseminato
di testimonianze senza risveglio.

[NicolaGiordano]

NAUFRAGHI


Letto di noce
di mete mai
raggiunte
digrada come 
un'eco di cristallo.
Senza sognare
in tepido risveglio,
danzeremo
sulle vostre
rovine.

[Giuseppe La Marca]

Cosa c'è di meglio?

Tempesta e grande vento universale
in faccia a un tempo poco originale
su questa terra colma di rovine
non sento l’eco nuova del risveglio
allora m’alzo e inutilmente grido:
“Cosa rimane? Cosa c’è di meglio?”

[Giuseppe La Marca]

L’eco del risveglio

Eco ti sento forte e sei presente
tra le rovine della nuova gente
che vive nell’attesa di un risveglio
cercando dalla vita solo il meglio.

E allora ferma il passo e torna indietro
che l’eco del risveglio è da San Pietro.

[Azar Rudif]

Vie!

Anima come tunnel franato,
risorge dalle rovine
l'eco del risveglio
come vagito del nulla
a cancellare vie d'arrampicata
a mescolare vie di mare


Non avete ramponi per queste vie ferrate,
non avete vele per questi mari in tempesta,
nè terre da vivere.


Restate dietro e toglietevi dall'orizzonte!

[lorenzosara]

Arriverà il comune pianto di dolore

Se risveglio fosse
della primavera umana,
l'urlo assordante scuoterebbe
le ciliege al maturare,
mentre l'eco tra le montagne
delle vette più alte
porterebbe solo rovine,
il disgelo dopo grido di dolore.

[lorenzosara]

Ecoincentivi

Tanta pubblicità per l'eco
soluzione nel rispetto per l'ambiente,
ma quanta fantasia si sviluppa
pur di far quattrini,
mentre montagne di spazzatura
tra le rovine del mondo
ci sommergono di veleni.
Annaspando ci proviamo al risveglio
ma l'ecosistema ancora non s'adegua.

[Giuliano Esse]

Eco e rovine

E al tuo risveglio un candido sorriso
Comunica col cuore prontamente
Oliando questo amore assai indecente.

Eco che vola via e torna al monte

Rischio che con un bacio va alla fonte
Osato per dar fuoco al tuo destino
Voluto dai capricci di un bambino.
Il canto dell’inutile passione
Non sa che coltivando le cantine
Edifica non case ma rovine.

[Giuliano Esse]

Rovine a Nimrud

Rovine e una città dimenticata
I segni di una storia sfigurata
Sconvolto dal dio uomo che ha negato
Valori che la fede ha cancellato.
Eco di vita grande civiltà
Gemma con dentro il tempo dell’età
L’ultima buffonata è ancora offesa
In faccia al mondo l’arte è vilipesa.
Oggi il risveglio è morte non impresa.

[Rita Stanzione]

Il seme

Il seme nelle rovine
cresciuto, spolpato dal vivo
per quanto credito di primavera
si è castigato

Sorge la mente dalla spina
che l’ha trapassata
(al risveglio non sono più morta
porto al limite eco e cenere
di un certo vuoto d’inferno)