Gioco nel gioco:
che ha di particolare la mia
"Arrivo e vado via"?
Ci sono! Come avete fatto a non accorgervene? La poesia di Peppe Cassese ha una doppia rima baciata, una all'inizio di ogni due versi, l'altra alla fine degli stessi. Semplice, no?
GRANDE PEPPE! Non c'è che dire, devo andare a rettificare l'elenco degli Esperimenti negli Esperimenti.
Eccezionale veramente questo autore, come maneggia lui la metrica e le rime non ne conosco su Scrivere.
Però, Peppe, devo chiederti una cosa:
Come mai una poesia intitolata “Arrivo e vado via”, i cui primi versi recitano:
"Arrivo quando vuoi e sopra un foglio
io vivo con i suoni come voglio."
Non concluda con “e vado via”, perfettamente in rima, i versi finali, che invece recitano:
"nel letto di madama fantasia.
Poi metto giù la firma: è vita mia."
Quel "vado via" nel titolo cosa mi sta a significare? La prima stesura della poesia, poi corretta?