Nella stagion che di rosso intenso s’apron dei melograni
i fiori macchie di queste colorate gemme di Mornico Losana
del paese ornan la veste, di gioia temperata la vision appare
che certa tristezza reca al pittor pensando che l’ha adornata,
sì le piante del dolce granato succulento pomo sparse son
qui par nate caso per caso e non da fattor che fa pensante
dopo una prima ragion che via via andrò lettor dettando.
Sul nudo limitar stanno di pietrose antiche abbandonate
case, in giardini un tempo, e tra spessi rovi sergon a fatica
tra sterpaglie secche e lungo pendii che scendon incerti
verso valle. Sui cigli qual sentinelle di timorose strade
ancor tu vedi quest’arboree dalle verdeggianti frasche vite,
tutte, io penso a un lontan un dì gesto legate da man amica
che alla vita due non più forse primigenie accese alla paterna
casa ed a lei vicin piccolo orticello, un fazzoletto, essere custode.
Necessità, bisogno, avverto, spinser questa amica man a fame
e lavoro lungi da qui a spegner a ricercare sì che i frutti primi
mai poi mai la stessa colse:cadder dal ramo, alcuni seccaron, altri
su le stesse alte brocche, dal lesto degli uccelli beccar, nudi quei
bianco-rosato semi-grani e dai più succosi tolti o lontan portati
auriga il vento e la pioggia neve sole e gelo disfacitori loro
con tormento sì che morendo ad altre piante nuove dieder vita.
Ecco perché della gentil vision ne è turbato sentimento e soffre
che triste è il pensar che questo al ciel disperso rosseggiar di fiori
rosso intenso qual nelle stagion del tempo rinnovellasi non fu
credo e domando cara vision a chi della catena anello fattor fu…... del primo anello.