Autore Topic: LA MIA PRIMA POESIA  (Letto 3328 volte)

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Offline Antonio D’Auria

LA MIA PRIMA POESIA
« il: Mercoledì 22 Ottobre 2014, 23:39:16 »
Un pizzico di nostalgia, momenti memorabili o burrascosi, tormenti d'animo e d'amore o voglia di esternare la gioia?
Mi piace rendervi partecipi dei primi versi in assoluto che ho scritto. Avevo diciassette anni.
Pensate che possa essere bello condividere la vostra "prima volta"?
Bene, apro questo topic con la mia:

TU

Non c’è significato,
non c’è significato nella morte di una farfalla,
il tuo volto è sempre bello.
Non è possibile,
non è possibile dar peso ad ogni cosa,
c’è il tuo pensiero dominante.
Svegliarsi fra le grida di un bambino
che non conosci,
ma che ami.
Non ha senso tutto questo,
tu sei tutto,
tu vuoi che sia così
ed io anche.
Spegnersi pian piano in questa esistenza
o andare avanti senza che un bambino
possa conoscere il volo di una farfalla
non è possibile,
non ha senso.
Ma tu vuoi che sia così
ed io anche.


 :)

Alle vostre prime parole, ora, se volete...

Offline poeta per te zaza

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Re:LA MIA PRIMA POESIA
« Risposta #1 il: Venerdì 24 Ottobre 2014, 14:27:31 »
Purtroppo non ho conservato la mia prima poesia in assoluto, quella che scrissi per un Natale, a dieci anni,
quella che i miei non credevano l'avessi scritta io...

Dell'adolescenza, ho recuperato una poesia scritta a sedici anni per la mia prof di ragioneria, donna oggi ancora
in gamba che, se vado a trovarla, mi intrattiene sulle sue battaglie vinte sul campo di una dichiarazione dei redditi
sempre più ostica...ma lei non demorde ed è come allora, nel 1969/70.
Il suo rimprovero ricorrente: "Vergogna nera!" Ma ci voleva bene, a tutte.

Alla prof di ragioneria


E’ un piccolo ciclone, nessun la può fermare,
sconvolge ogni sua classe con il fragor del mare.
“Scrivete, calcolate”, ci grida ogni momento,
con la sua voce acuta da far invidia al vento.
“Svelte, vergogna nera, più nera del carbone…
sbrigatevi un tantino a far la divisione.
Presto con questo rateo, passatemi un righello…
calmatevi ragazze, chiamatemi il bidello!”
Ecco, con poche righe, descritta  è la natura
di chi, quasi ogni giorno, ci mette alla tortura,
di chi ci vuole bene, anche se un po’ ci strazia,
ma in fondo, dobbiam dirlo, sa farlo lei con grazia.
di sabbia e catrame è la vita...
o scorre o si lega alle dita...

Offline Willy Zini

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Re:LA MIA PRIMA POESIA
« Risposta #2 il: Venerdì 24 Ottobre 2014, 20:44:14 »
i miei primi scritti sono purtroppo andati perduti. Ricordo che le prime tre poesie che m'avventurai a scrivere le regalai tutte e tre. Le scrissi durante due noiosissime ore di tedesco, nelle quali ero solito vagheggiare appassionatamente. Quella che mi piaceva di più era dedicata ad una coppia ideale, il cui amore sarebbe resistito a fronte di tutto e tutti. Purtroppo la mia memoria è molto labile e quella specifica poesia (della quale non ricordo nemmeno il titolo) la regalai ad una coppia di amici miei, che purtroppo si lasciarono poco dopo. La ragazza, che custodiva la poesia in un diario, lo gettò in mare, durante una crociera… Ora quella poesia chissà che fine avrà fatto, probabilmente sarà stata mangiata e digerita da un pesce palla o qualcosa del genere.
La prima "poesia" (che personalmente preferisco definire riflessione) della quale posso assicurare l'autenticità s'intitolava "Riflessione (in una session penosa)" e mi fu dettata da un periodo di particolare rimescolamento ormonale ed emozionale… avevo diciotto anni ed ero letteralmente "spazzato via" da un sentimento mai provato prima. Era un amore incondizionato che provavo per una ragazza, che era nata il mio stesso giorno, solo un anno prima. Era fidanzata e questo mi costringeva ad essere in balìa di una serie di "tragedie" interiori, perché la desideravo tanto, ma non potevo averla.

_ Riflessione (in una session penosa)

Purtroppo il cuore è leso,
purtroppo la mente è infida,
la palude della realtà è insormontabile.
Il sogno è imprigionato:
almeno per Eva la Mela era tangibile...
La pioggia è troppo pesante
mi fustiga,
la mitragliatrice atmosferica è impietosa.
Questo blitz prolungato scalfisce
lo scudo dell'indifferenza
e dell'essere volante.
Io non sono così,
alle raffiche rispondo ripugnante,
l'amore e la poesia sono le mie armi!
Speranza
inondazione di purezza,
voglia di estraniarsi...
Io sono un'erbaccia
per questo crescerò inesorabile!