ELOGIO DELLA NOSTALGIA,
la fonte da cui nasce l’arte
di Marcello Veneziani
Intervento al festival POPSOPHIA di Pesaro
Luglio 2014
Stralci
La poesia nasce da un sentimento di nostalgia preventiva: mentre vivi un'esperienza, un incontro, una presenza, prefiguri il suo svanire, avverti il presagio della sua assenza. E da quel sentimento di perdita sorge la poesia, che è il tentativo estremo di eternizzare o tesaurizzare quel momento, quel luogo, quell'incontro e di farlo vivere in un altrove, oltre il tempo e lo spazio.
Salvare nei cieli della poesia quel che finisce in terra, dissipato nei giorni.
La poesia è la dimora della nostalgia, intima e cosmica; la poesia sorge sull'amore perduto o caduco, sul presagio doloroso di una mancanza, passata, presente o ventura.
La storia è una freccia, la nostalgia è invece una curva;
la pietà del ritorno che si curva a raccogliere il tempo versato.
La nostalgia riconosce il fascino dell'inattuale, irriducibile all'attualità. Ma è ingenuo idealizzare il passato. La superiorità ontologica del passato sul presente è un'illusione ottica che nasce da due motivi: il rimpianto bioepico della nostra infanzia/giovinezza e l'occhio magico della nostalgia che è selettiva e conserva del passato solo le cose amate.
Ci sono temperamenti più inclini alla nostalgia e altri più protesi alle novità.
Ci sono i migranti di prua che amano vedere lo scafo che solca nuove onde e punta nuove terre, appena intraviste, e ci sono i migranti di poppa che amano vedere il paesaggio originario che si perde alla vista e la scia sul mare è il suo estremo cordone ombelicale. Beato chi ama ambedue, le origini e l'approdo.
Ci sono giorni e sere soprattutto in cui avverti il peso ottuso della vita andata.
Il male, il nulla, il falso, il poco, il mio, il futile, il labile, sono i sette colori di quest'iride spettrale che va dal nero al bianco, ingrigendo la vita.
Senza la luce della nostalgia scema la policromia del mondo. È la nostalgia a dare colore al passato.
C'è un proficuo esercizio d'amore per animare la nostalgia nell'intimità. Chiudete gli occhi e concentratevi a ricordare a una a una le voci delle persone più care e assenti. Per dare più forza a quell'esercizio ripartite dalla memoria della vostra voce che li chiama. Li vedrete apparire e sentirete la loro voce che vi parla e il loro sguardo che vi guarda. Questa è l'arte di procurarsi i sogni, di rianimare il passato e di con-vocare gli assenti in un simposio di nostalgia. Un esercizio difficile e delicato, come risalire la corrente, sfidando le rapide impetuose che invece trascinano verso il basso, nella valle dell'oblio.
La pietà della vita è protesa a risalire la corrente del tempo.
La nostalgia è quel dolore dolcissimo che pervade l'anima per una lontananza che sentiamo vicina e per un'assenza che sentiamo presente.