Autore Topic: Elogio della nostalgia, la fonte da cui nasce l'arte  (Letto 3863 volte)

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Offline poeta per te zaza

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Elogio della nostalgia, la fonte da cui nasce l'arte
« il: Mercoledì 9 Luglio 2014, 08:35:38 »
ELOGIO DELLA NOSTALGIA,
la fonte da cui nasce l’arte

di Marcello Veneziani
Intervento al festival POPSOPHIA di Pesaro
Luglio 2014


Stralci




La poesia nasce da un sentimento di nostalgia preventiva: mentre vivi un'esperienza, un incontro, una presenza, prefiguri il suo svanire, avverti il presagio della sua assenza. E da quel sentimento di perdita sorge la poesia, che è il tentativo estremo di eternizzare o tesaurizzare quel momento, quel luogo, quell'incontro e di farlo vivere in un altrove, oltre il tempo e lo spazio.

Salvare nei cieli della poesia quel che finisce in terra, dissipato nei giorni.

La poesia è la dimora della nostalgia, intima e cosmica; la poesia sorge sull'amore perduto o caduco, sul presagio doloroso di una mancanza, passata, presente o ventura.

La storia è una freccia, la nostalgia è invece una curva;
la pietà del ritorno che si curva a raccogliere il tempo versato.

   La nostalgia riconosce il fascino dell'inattuale, irriducibile all'attualità. Ma è ingenuo idealizzare il passato. La superiorità ontologica del passato sul presente è un'illusione ottica che nasce da due motivi: il rimpianto bioepico della nostra infanzia/giovinezza e l'occhio magico della nostalgia che è selettiva e conserva del passato solo le cose amate.
Ci sono temperamenti più inclini alla nostalgia e altri più protesi alle novità.
  Ci sono i migranti di prua che amano vedere lo scafo che solca nuove onde e punta nuove terre, appena intraviste, e ci sono i migranti di poppa che amano vedere il paesaggio originario che si perde alla vista e la scia sul mare è il suo estremo cordone ombelicale. Beato chi ama ambedue, le origini e l'approdo.

Ci sono giorni e sere soprattutto in cui avverti il peso ottuso della vita andata.

Il male, il nulla, il falso, il poco, il mio, il futile, il labile, sono i sette colori di quest'iride spettrale che va dal nero al bianco, ingrigendo la vita.

Senza la luce della nostalgia scema la policromia del mondo. È la nostalgia a dare colore al passato.


 C'è un proficuo esercizio d'amore per animare la nostalgia nell'intimità. Chiudete gli occhi e concentratevi a ricordare a una a una le voci delle persone più care e assenti. Per dare più forza a quell'esercizio ripartite dalla memoria della vostra voce che li chiama. Li vedrete apparire e sentirete la loro voce che vi parla e il loro sguardo che vi guarda. Questa è l'arte di procurarsi i sogni, di rianimare il passato e di con-vocare gli assenti in un simposio di nostalgia. Un esercizio difficile e delicato, come risalire la corrente, sfidando le rapide impetuose che invece trascinano verso il basso, nella valle dell'oblio.
La pietà della vita è protesa a risalire la corrente del tempo.

La nostalgia è quel dolore dolcissimo che pervade l'anima per una lontananza che sentiamo vicina e per un'assenza che sentiamo presente.







di sabbia e catrame è la vita...
o scorre o si lega alle dita...

Offline paolo corinto tiberio

Re:Elogio della nostalgia, la fonte da cui nasce l'arte
« Risposta #1 il: Mercoledì 9 Luglio 2014, 09:11:04 »
ELOGIO DELLA NOSTALGIA,
la fonte da cui nasce l’arte

di Marcello Veneziani
Intervento al festival POPSOPHIA di Pesaro
Luglio 2014


Stralci




La poesia nasce da un sentimento di nostalgia preventiva: mentre vivi un'esperienza, un incontro, una presenza, prefiguri il suo svanire, avverti il presagio della sua assenza. E da quel sentimento di perdita sorge la poesia, che è il tentativo estremo di eternizzare o tesaurizzare quel momento, quel luogo, quell'incontro e di farlo vivere in un altrove, oltre il tempo e lo spazio.

Salvare nei cieli della poesia quel che finisce in terra, dissipato nei giorni.

La poesia è la dimora della nostalgia, intima e cosmica; la poesia sorge sull'amore perduto o caduco, sul presagio doloroso di una mancanza, passata, presente o ventura.

La storia è una freccia, la nostalgia è invece una curva;
la pietà del ritorno che si curva a raccogliere il tempo versato.

   La nostalgia riconosce il fascino dell'inattuale, irriducibile all'attualità. Ma è ingenuo idealizzare il passato. La superiorità ontologica del passato sul presente è un'illusione ottica che nasce da due motivi: il rimpianto bioepico della nostra infanzia/giovinezza e l'occhio magico della nostalgia che è selettiva e conserva del passato solo le cose amate.
Ci sono temperamenti più inclini alla nostalgia e altri più protesi alle novità.
  Ci sono i migranti di prua che amano vedere lo scafo che solca nuove onde e punta nuove terre, appena intraviste, e ci sono i migranti di poppa che amano vedere il paesaggio originario che si perde alla vista e la scia sul mare è il suo estremo cordone ombelicale. Beato chi ama ambedue, le origini e l'approdo.

Ci sono giorni e sere soprattutto in cui avverti il peso ottuso della vita andata.

Il male, il nulla, il falso, il poco, il mio, il futile, il labile, sono i sette colori di quest'iride spettrale che va dal nero al bianco, ingrigendo la vita.

Senza la luce della nostalgia scema la policromia del mondo. È la nostalgia a dare colore al passato.


 C'è un proficuo esercizio d'amore per animare la nostalgia nell'intimità. Chiudete gli occhi e concentratevi a ricordare a una a una le voci delle persone più care e assenti. Per dare più forza a quell'esercizio ripartite dalla memoria della vostra voce che li chiama. Li vedrete apparire e sentirete la loro voce che vi parla e il loro sguardo che vi guarda. Questa è l'arte di procurarsi i sogni, di rianimare il passato e di con-vocare gli assenti in un simposio di nostalgia. Un esercizio difficile e delicato, come risalire la corrente, sfidando le rapide impetuose che invece trascinano verso il basso, nella valle dell'oblio.
La pietà della vita è protesa a risalire la corrente del tempo.

La nostalgia è quel dolore dolcissimo che pervade l'anima per una lontananza che sentiamo vicina e per un'assenza che sentiamo presente.



ma lo scritto è di Veneziani?... non si capisce... cmq sì, anch'io credo che la poesia nasca dal "sentimento" nella sua estensione, però, più ampia... ma la sola arte che si può fare con la nostalgia è L'ELEGIA, che stabilisce una "distanza", e poiché la vita è anche tragica (TRAGEDIA) e a volte COMICA, si capisce allora perché dall'antichità la letteratura si esprimeva in queste forme, elegiaca, tragica e comica... che ddu palle sarebbe la poesia e la letteratura se dovesse sgorgare solo dalla melanconia e dalla tristezza!... :)
salvatico è quel che si salva

Offline Giovanni Licata

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Re:Elogio della nostalgia, la fonte da cui nasce l'arte
« Risposta #2 il: Mercoledì 9 Luglio 2014, 22:40:31 »
La poesia nasce dai sensi, è cronologia dei momenti passati di giorni che pensi di vivere,  poesia  e anatomia che guida il pensiero verso immensi parole,  profondi sentimenti e umori. 

Offline Rasimaco

Re:Elogio della nostalgia, la fonte da cui nasce l'arte
« Risposta #3 il: Mercoledì 9 Luglio 2014, 22:45:08 »
concordo con te  Giovanni
come l'abito non fa il monaco così lo strumento non crea musica

Offline Antonio Terracciano

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Re:Elogio della nostalgia, la fonte da cui nasce l'arte
« Risposta #4 il: Venerdì 11 Luglio 2014, 20:04:45 »
Sono molto significative e suggestive le parole con le quali Veneziani definisce la nostalgia, che è effettivamente il sentimento in base al quale si scrive una metà abbondante delle poesie. E mi vengono in mente le parole con cui uno studioso portoghese, A . J . Saraiva, definisce la saudade, che della nostalgia è forse la quintessenza: "Il sentimento chiamato saudade si caratterizza per la sua duplicità contraddittoria: è un dolore dell'assenza e un compiacimento della presenza, da parte della memoria. E' l'essere in due luoghi allo stesso tempo, che può essere interpretato anche come un rifiuto di scegliere: è un non voler accettare pienamente il presente e non volere riconoscere il passato come passato" (da "Il fado" , di Rui Vieira Nery, ed. Donzelli, pag. 283) .

Offline Pino Penny

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  • guardi la vita a colori o in bianco e nero?
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Re:Elogio della nostalgia, la fonte da cui nasce l'arte
« Risposta #5 il: Venerdì 15 Agosto 2014, 12:57:55 »
ho nostalgia di una tastiera fungente
guardi la vita a...colori?Io a volte si, a volte in nero a seconda dei giorni.se sono grigi anche grigio è un colore.Ma anche in blu non mi dispiace.in rosso per tirarmi su.in giallo se mi sento più pazzo del solito,in bianco se ci vado...