lo spirito di questo esperimento è proprio quello del gioco,
dello scambio di "esperimenti poetici" con le stesse parole-base, come se ognuno di noi fosse stato, da solo, negli stessi tre
paesi e li descrivesse come li ha "sentiti", e nella dodicesima edizione ci siamo andati in diciotto.
Sono diciotto penne diverse, qualcuna scrive meglio, ha migliore tecnica, ma per ognuno è un arricchimento leggere quello
che hanno visto gli altri.
Questo è il mio pensiero, e il mio desiderio, forse un'utopia, è accettare l'altro senza fargli del male con critiche ironiche e fuori
luogo, qui ognuno deve sentirsi libero di creare e ben venga se qualcuno si rifà a Dante, chapeau, visto che lo fa bene, oppure si può anche correggere amichevolmente o suggerire un verso diverso, ma con l'intento giusto.
Empatia, questo il vero traguardo di un vero gioco.
Inoltre,ne i giorni dei commenti ognuno fa cosa crede, anche il banditore, che in genere si astiene dal dire preferenze perché è un po'
"super partes" nel suo ruolo, non mi piace l'idea che ciascuno sia obbligato a commentare alcunché. Chi lo fa, come te per diversi
autori, oggi, ben venga.
Chi partecipa a questo gioco VINCE, chi non partecipa PERDE.