Vi capita, a volte, di mettere un titolo in lingua straniera alle vostre poesie in italiano? A me, sì (ne ho una ventina, qui nel sito, su nemmeno 600 pubblicate) . Non si tratta di stravaganza, di snobismo, ma talvolta ho l'impressione che il titolo (alla scelta del quale mi piace dedicare una certa cura e che considero un po' come la ciliegina sulla torta) in lingua straniera denoti meglio la poesia stessa. Può darsi che a me ciò venga più naturale perché ho studiato Lingue, ma mi interesserebbe conoscere anche altre eventuali motivazioni.
Ho condotto una rapida indagine su dieci libri di poeti famosi e, per curiosità, vi riassumo i risultati. Mallarmé (anche se insegnava privatamente l'inglese) non ne ha usati, e nemmeno Apollinaire (in "Alcools" ) , nemmeno Pessoa (che pur conosceva benissimo l'inglese, lingua nella quale, da giovane, aveva addirittura pubblicato un libro di sonetti) , e infine nemmeno l' "egiziano" Ungaretti (che pure aveva insegnato parecchi anni in Brasile) . Ho individuato alcuni titoli stranieri, invece, in altri sei poeti. Baudelaire, nelle "Fleurs du mal" , su circa 180 poesie, usa 5 titoli latini ( "Sed non satiata" , ecc. ) ; Verlaine, in "Romances sans paroles" , impiega 6 titoli inglesi ( "Birds in the night" , ecc. ) ; Rimbaud usa 3 titoli inglesi per i "Poemi in prosa" , ma non per le poesie; in Prévert ( "Paroles" ) , su circa 100 poesie, col titolo straniero (ancora inglese) troviamo la sola "Paris at night" ; l' "Antologia poetica" di Borges, su 85 poesie, ne ha 3 con titolo inglese e 2 con titolo tedesco; Montale, infine, in "Satura" , su circa 110 poesie, ne intitola 2 in francese e una in tedesco.
Grazie dell'attenzione.