chiaro-scuri serpi
rugiade ancora appese
al tramonto dei fasti
neri neri neri
e clorofille deificate
deificante chiarore tra fauci lungimiranti
rimiro ancor serpeggiando nel labirinto terrestre
tra fogliame spento crudele infamante di verità terrorizzanti
la macchietta rosa pomposamente tiranna delle
disgrazie coscienti…
chissà chi mai potrebbe incarnar la venuta del nuovo disvelatore
di urgenti primavere prima che l'ultima goccia si prosciughi
nel fondo di catrami liofilizzati che drogano imputridiscono sudiciano il creato
non più qualificato ma quantificato
e la nausea di maree nere nere pure pure
per me che vomito le stesse parole che ancora gozzovigliano nel giardino
ammuffito eppure soltanto venti volte 365 e due in più
e qui vedo il grigiore delle trachee pronte ad ingurgitare i culoni grassi
delle mogli assuefatte da cristalli rigenerati da dita sporche
luride putride assolvenze divine
tutto è perdonato in nome della Santa Banca Mondiale
è che il getto non perdona
tutti hanno bisogno di fondamenta
quanto ardi al risvegliato
illuminante visione del non-ritorno
eterno?
gole sfamate
gole dissetate
ancora per poco
quando il gufo parlerà,
non potremo più capirlo.
