Mi sembra di essere in un sito diretto da una redazione fantasma.
Un autore è qui,pone al centro di una discussione un suo dubbio,un rammarico e nessuno dico NESSUNO si presenta e spiega al Rivolta per quale motivo ad alcuni autori è concesso scrivere parole come Pu--ana o sc---re nelle poesie erotiche e a lui no!
Perché ad alcuni autori è concesso scrivere poesie simili a testi appartenenti a bambini di scuola elementare e più di una volta vengono rifiutati i suoi perché ritenuti non validi alla MAGNIFICENZA del sito.
Ma dove siamo finiti? Ma c'è qualcuno in grado di fornire spiegazioni o no? Improvvisamente tutti impegnati:Redattori,comitato di lettura. Forse è il caso di rivolgersi alla redazione di Chi l'ha visto?
-Francesca Marchisio se ne accorgerebbe anche uno stupido che non sei una signora ma una signorina. Ina ina ina....bambina direi. Basta leggere come ti poni. Tutto profuma di latte.
Non sai che è sinonimo di gentilezza rivolgersi ad una donna dandole della Signora?
Sei in cerca di visibilità? Ti capisco. Ognuno cerca qualcosa. Hai tutta la mia comprensione tesoro. Tutta. (p.s. Riponi nell armadio il vestito della festa e non preoccuparti di ritornare qui per dirmi le tue due,tre cosette prevedibilissime per dimostrare di avermi messa a tacere. Non potrei nemmeno leggerti. Devo abbracciare mio marito stasera. Ho altro da fare.)
.....mah.
Vede, rispondere a persone che si pongono e si propongono con certe parole, espressioni, modo di fare, non vale la pena. In questi anni di esperienza la redazione ha capito che se si riceve una mail piena di astio, diffidenza e rancore, ad esempio, od una sarcastica, od una offensiva, o si legge un post come il suo che non è capace di avere un dialogo civile con una altra autrice ma che la dileggia in modo molto superficiale e banale, le parole sono sprecate perché difficilmente spiegazioni e ragioni riusciranno a vincere la mancanza di ragionevolezza e buon senso.
La redazione non ha un elenco di parole vietate, ma certe parole, anzi tutte le parole, hanno senso, uso, significato, forza diversa a secondo di come vengono usate. La stessa parola, se usata con ironia, sapendolo fare, è molto diversa dalla stessa parola usata con violenza o presunzione (la presunzione di fare un'opera d'arte, ad esempio). Personalmente penso che certe parole siano emotivamente forti, come "scopare" o "amare", e vedete che non si giudica dalla "qualità morale" della parola, ma di come viene usata. Soprattutto si giudica come viene usata.
Inoltre una poesia che si poggi quasi esclusivamente, e comunque principalmente, sull'effetto di risonanza di una parola, sia essa "scopare" o "amare", non viene ritenuta una poesia valida. La poesia deve avere una costruzione, un significato, una ragione d'essere indipendentemente da una singola parola, per quanto emotivamente forte essa sia. Se un testo di basa solamente sul potere dirompente di una sola parola, puntando all'effetto, al clamore, allo "scandalo" che questa parola ottiene (e non sulla capacità dell'autore di esprimere sentimenti) la redazione non la ritiene degna di essere pubblicata sul sito.
Proprio il fatto che certe parole vengono tranquillamente accettate in altre poesie testimonia che non sono le singole parole a fare "scandalo", che la redazione non le esclude per pruderie ipocrita. E' l'uso che se ne fa. Una cosa è usarle in una poesia come qualsiasi altra parola, un'altra cosa è usarle per rendere la propria poesia "clamorosa", "scandalosa", "arte". No, le poesie bisogna saperle scrivere, od almeno avere la spontaneità, la semplicità, la voglia di esprimere sentimenti. Non è nelle corde del sito e della redazione pubblicare poesie che si reggono in piedi solamente perché usano parole forti, perché queste colpiscono, arrivano al lettore, supplendo però, in questo modo, alle carenze di scrittura della poesia. Se una poesia ha per forza bisogno di una parola forte perché sia espressiva, non è una poesia.
Personalmente, e qui non attribuisco questa convinzione alla redazione ma è mia personale, io credo che in una poesia nessuna parola debba essere indispensabile. Credo che se una poesia esprime veramente un sentimento, se è scritta realmente in modo capace di esprimersi, qualunque parola possa essere sostituita senza che la poesia, nel suo insieme, ne soffra o ceda un millimetro di significato. Una poesia non deve dipendere dalle singole parole che sono usate, ma dall'insieme delle parole, da ciò che esprimono nella loro costruzione, senza che nessuna parola in modo specifico sia la ragione d'essere della poesia. Se invece in un testo tutto ruota attorno ad una parola, che se si toglie quella parola crolla tutto il significato e l'emotività del testo, allora non è una poesia, ma una parola forte contornata da altre parole insignificanti messi lì solamente per farle da appoggio e da pretesto.