Non è facile per me, praticamente ignorante di studi filosofici e teologici, afferrare sino in fondo il discorso su Dio e il male affrontato da NicolaGiordano; ammetto con assoluta umiltà di averlo dovuto rileggere per riuscire a coglierne il senso.
Credo di esserci riuscita e di trovare interessante questo punto di vista, pur non potendo dire di trovarmi in totale accordo.
Credo che Dio, appunto perchè onniscente, sapesse esattamente cosa fosse il male quando diede origine alla vita, e posso concordare sul fatto che, nella sua perfezione, abbia scelto di non operarlo, ma il porci nella condizione di poter fare anche noi, sue creature, la medesima scelta, lo vedo come il giusto atteggiamento di un padre che, dopo aver insegnato al proprio figlio ciò che è bene e ciò che è male, lascia che decida se raccogliere quella "pietra" (o mela?) o lasciarla a terra.
Cristo è espressione del bene assoluto, in conformità con gli insegnamenti ricevuti dal Padre, Giuda è al contrario il testimone delle scelte sbagliate, a partire dai falsi sentimenti, passando per il tradimento, per culminare nel rigetto del dono più grande: la vita.
Entrambi creature di Dio, scelgono di affrontare il loro percorso terreno in maniera radicalmente opposta.
Quindi sì, concordo sul fatto che il male è implicito nella creazione esattamente quanto lo è il bene, ma il sacrificio di Cristo non è illusorio bensì esemplare (inteso come esempio per tutti di ciò che è giusto fare a tutela del bene assoluto).