la mia "sperimentazione" in questa poesia consiste nel riproporre un piccola parte della "serie di Fibonacci" all'ingiù, non con lo schema tradizionale 1 11 121 1331 14641... bensì all'incontrario 14641 1331 121 11 1, questo perché ho pensato che ogni nostra piccola vita è come se fosse un "piccolo universo matematico", una specie di "espressione matematica" che cerca costantemente la via per risolversi. Io credo che la nostra ricerca alla soluzione stia procedendo nella maniera sbagliata, perché al posto di cercare di limitare le operazioni, noi continuiamo a crearle, a scomporle, a ricrearne di miliardi di altre che ci allontanano sempre di più dalla reale soluzione del problema. La scelta di utilizzare la "serie di Fibonacci" nel verso opposto è proprio mirata a sottolineare questo pensiero,cioè di render conto che dalla complicatezza della serie 14641 noi possiamo ritornare ad essere quell'1 .
Ai numeri ho sostituito parole che di per se possono sembrar di non avere un senso compiuto, o che se comunque il senso l'avessero, sarebbe complicato ed oscuro. Anche questo "effetto" è voluto, perché la serie di input che qui propongo non mirano a "costruire un linguaggio" ma a "decostruirlo", così da far superare la barriera logica del "linguaggio pensato" e far scaturire quell'alone d'"irrazionalità", di nonsense che deve destabilizzare colui che legge. In questo modo il lettore può assaporare il momento, il "Qui e ora" dello stesso momento in cui sta leggendo.
_ La serie di Fibonacci (all'ingiù)
Ruggine
giallognola agnostica putrida mimica
facciale storpia e crepuscolare onda desoggettivante
di fibre di corpi
spenti.
boccoli
e tramonti scapigliati
scimmiottata esistenza da
termini liquefatti equinomerosi
zero
fumo
è vero (?)
uomo
Cenere
Dioniso
Spazio- Tempo (?)
