Me ne devo anna'.
Nel senso che non essendo riuscito a far accettare un solo testo non arriverò mai a 5 pubblicazioni e non potrò quindi mai praticare quello che poi mi piace veramente che è analizzare, commentare, comparare ecc. (come scrittore io per primo non mi ritengo che un aficionado). Quindi addieu
Ma non me ne vado però senza dire quello che penso, me pare chiaro.
E dico che è proprio una brutta cosa l'opacità di certe specializzazioni... (frase da puara
, no?)
Mi spiego. Oltre alla noiosissima pratica di insegnante, fo il musicista e ho studiato sin da piccoletto il piano, il quale come ogni strumento che si volgia portare al massimo delle possiblità, necessita lunghissimi periodi di studio, anni e anni di mal di schiena. 'Na ammazzata insomma, come si sa (che non finisce, come anche si sa, con il diploma. Seee, magara...).
Ora, se io andassi in un posto dove si propone musica originale (io come altri miei colleghi o come la folta schiera di critici musicali, che come si sa ne sanno una più del diavolo...) e vi incontrassi qualcuno proponendo una sua sonata al violino, o al piano o a quello che volete, dopo aver praticato lo strumento un mese o anche un anno, o addirittura solo dopo aver sentito dentro lui un afflato emotivo irresistibile, tutti quanti i presenti troveremmo la situazione alquanto assurda.
Uno scherzo.
Questo perchè la specializzazione del linguaggio musicale (e parlo ovviamente della musica con la M maiuscola, cioè la classica, nel senso anche di contemporanea, per assurdo e ovviamente...) richiede un lavoro di preparazione enorme. (Per inciso non ho nulla contro la musica di altro genere, ma non si calza alla comparazione che sto facendo).
Ci sono però delle attività umane che per utilizzare uno strummento innato come il linguaggio, credono di poter per questo utilizzarlo a loro piacimento, piegandolo all'occorrenza alla scrittura poetica, narrativa ecc. ecc.
E' vero che la poesia è anche espressione di un sentimento, di una emozione, di tutta una serie di memorie ecc. ecc. ecc. Ma se non vi è stato un vero lavoro sulla genesi della parola poetica, il risultato resterà sempre opaco, nei migliori casi... Che intendo dire: intendo dire che non basta ficcare nei testi parole del "poetichese", anteposizioni, astrattezze vacue, versificazioni col pallottoliere, parlare di lembi, cuori, ancestralità, personificazioni varie della notte, di "cosmi", sostantivazioni assurde ecc. ecc. per credere di aver utilizzato un linguaggio specializzato... Anzi quello sarebbe la peggiore cosa. Virtuosismi vuoti, qualora si possa parlare di virutosismi... chè nel maggior numero di casi non si tratta che di repertori lessicali pronti all'uso "poetico", con la funzione di rarefazione del linguaggio (credendo cosi' di comunicare qualcosa di misterioso...
). La parola poetica, a parere mio e per produrre efficacia reale (la poesia non è incosistenza), deve possedere la capità di essere "oscena" (nel senso di mostrare), avere la possiblità di suggerire un nuovo o straniare il noto, sia nelle sue possibilità significanti che significative. Non si tratta di lessico... Pensate a Mompou, che con 4 note semplicissme trasfigura il paesaggio musicale. Insomma, un linguaggio chimico, per usare una vecchia espressione.
Mo pare che sia io a volervi arrogare il diritto di definire cosa sia poesia o cosa no. In cambio, non mi passa per la testa. SOlo suggerisco una mia idea dell'organismo Poesia. Parlando soprattuto da lettore, ovviamente.
Bè possiamo dire allora che la parola poetica dovrebbe essere una luogo di dogana. E spesso a causa di questa opaca percezione di aporia la si maschera di amenità assurde... E prive di funzionalità reale. Delle zozzerie del genere, in altri linguaggi specializzati, sarebbero subito individuabili... Questo non vuol dire che non riesca ad avere successo...
Facciamo l'esempio del famoso "pianista" Richard Clyderman. Qualsiasi persona consapevole di cosa sia il pianismo... non tarderà a segnalarvi quel pianista come un imbonitore di folle bisognose di sentimenti a lume di candela (le sue cose somigliano molto alle foto che accompagnono le pubblicazioni in questo sito, non a caso---). Il successo che riceve, lui come altri di questo genere di artisti, dipende dal carattere di massa dei suoi prodotti, dicendo una banalità. Lui come molti altri artisti di questo "tipo", campano sull'incapacità (o, meglio, sull'impossibilità, indotta direi...) dei ricettori di porsi con spirto critico davanti alla sua produzione. Non possedendo i mezzi accolgono quello gli si propone acriticamente e si lasciano irretire dall'emozione facile. Insomma né più né meno di quello che succede nelle varie politiche di persuasione dei cittadini, dei consumatori e finanche delle personalità. Ma pure questa è una banalità (banale nel senso di lampante).
Senza trarre le conclusioni e senza intavolare nessun sillogismo, mi limito a concludere che in questo sito, come in quasi tutti gli altri che girano in internet, succede esattamente la stessa cosa.
Fatevi da voi le proposizioni logiche
, la conclusione già c'è... ma suggeriamone una:
In Scrivere. info non si accetta la diversità e si stimola la massificazione. Ditemi voi come si può considerare un luogo di poesia....
(che vi sia una massificazione di stili in questo sito a me pare lampante, a voi no?)
Mi sarebbe piaciuto partecipare a questo sito come commentatore come dicevo, chè io come poeta non mi ritengo che un amatore (attivo e passivo
), come anche dicevo... Ma non riuscendo, come sempre dicevo, a far pubblicare dalla redazione uno stralcio di testo (chè lungi da me chiamare poesia) non arriverò mai a 5 e quindi niente commenti. Mi sarebbe piaciuto perchè mi piace in modo assurdo l'analisi dei testi sotto forma di lirica... E' una specie di malattia voyeuristica la mia... (la poesia in fondo non è che una specie di attività oscena).
Insomma ho già fatto richiesta di cancellazione
, ché se devo stare qui per legger poesia, sto fresco...
Però, bisogna dire, che delle cose di mio gusto le avevo anche trovate (un esempio le poesie dell'autrice Amara).
Mi si dirà che la mia è tutta una reazione permalosa ai rifiuti dei miei geniali testi incompresi
... Ma in realtà è solo la reazione ad una giovane amarezza nel constatare la chiusura formale di un luogo che si dice luogo di poesia, non sembrandomi altro che un luogo di scambi e di amicizie, più o meno catecumenale ed ecumenico. Nulla di male in se e per se, sia chiaro.
Insomma cercavo un posto dove scambiare tranquillamente opinioni (ma senza apertura non esiste il fuoco dello scambio, che è il diverso) e dove passare un periodo di costretta convalescenza domestica.
Me so sbajato de casa. Tutto qui. Youporn farà al caso mio.
Sveja rega'.