Bravo, bravo Luca!
Questa è la quintessenza di una poesia di introspezione - riflessione, non una semplice
poesia sperimentale, a mio avviso.
C'è solo qualcosa, a mio parere, che andrebbe rivista o spiegata, e te la evidenzio sotto:
L’aggrapparsi alle paure
perché vive e differenti
dai timori delle folle
come membra è
sensazione che
distingue la coscienza
dai milioni di persone.
Riaffiorare senza pesi
né problemi da affrontare
sembra oblio per quella
mente che di passi
e riflessioni
colorisce ogni suo istante.
Il pensiero è un vessillo
della vita in quanto vera
perché cenere, intemperie
non cancellino il concreto.
Il timore di un silenzio
or spogliato di apprensioni
perché in esse vi dimora
la persona in quanto una.
Quanti accenni che serbiamo
riferiti allo splendore
di quei doni immacolati
che le anime lì accanto
ci regalano all’istante.
Mentre il tempo di
scoprire quanto contano
le voci viene meno
o soffocato
dalle grida di una vita.
L'incompreso individuale
diverrà, senza rimedio,
la stagione dell’oscuro.
Dove l’Io non ha più
senso
e i gradini che si recano
alla luce del distacco
diverranno così alti
da svanire in grembo al
cielo.
Penso che sia
l'incompreso individuale, non già il rimorso del compreso,
che non è, stante il senso di tutta la poesia, ebbene,
è questa incomprensione
dell'individualità negli altri a non dare senso al nostro IO.E' solo questo rigo che mi ha suscitato perplessità, ma rimane il mio plauso
ad una poesia notevole.
Complimenti vivissimi!
Zaza