Incantato dal silenzio della notte,
obbedisco senza remore all'inconscio,
navigando lungo un fiume di parole
orfane di lingue mai tradotte.
Narcotici rintocchi senza tempo,
si dissolvono nel buio più omertoso,
occultati come scheletri infamanti
nell'armadio del pensiero minaccioso.
Ora il sogno è un riflesso nello specchio,
un'onirica vestigia sul sentiero del passato,
nivea solitudine di un cielo mai sfiorato,
prigioniero come il mare dentro un secchio.
Ombra che sussurri nella mente senza sosta,
estirpa dal mio petto questo cuore sanguinante,
tormentato dal diniego di una Fede mal riposta,
accogliendo la mia anima nel fuoco dissacrante!