Bruno, che ne dici di queste piccole modifiche?
E' nelle cicatrici il confine dell'amore
attimi che il mondo stride sulla pelle
attimi violenti
attimi di regressioni consumate limpidamente
cicatrici, confini di quanto bruci l'esistere
di quanto acido sia l'umano candore
fremiti, dolori selvaggi
che dilatano pareti di ricordi soffiando venti invernali
ridestano pensieri assopiti, morbi latenti.
E' nelle cicatrici che solcano dentro,
che ardono d'assenza, passato presente sfumati,
che unghie mai stanche dilaniano sorrisi
e arcobaleni si frantumano
alle pendici di genetliaci negati.
Sono attimi di notti blu in sentieri senza fine
e ululati alla luna spenta fra cimiteri di sogni
e croci, fari nella nebbia
a tracciare il solco profondo dell’esistere,
a tradire colori pastello cuciti addosso come tempera
che scioglie alla prima pioggia
scivolando promesse su visi consumati
da sentieri insonni,
da sorrisi mancati
traditi dal silenzio che incombe.
L’abbraccio della notte all’alba risorge,
profuma l’incanto in sentieri di resina.
Nasce in trasparenza come brezza,
come onda dal mare si quieta
mentre paure nascoste in fili d’erba
svaniscono rischiarate nei canti del mattino.
Germogliano miraggi,
mentre si snocciola il futuro in petali dischiusi.
Timorosi sibilano riverberi dorati
alle soglie d’un abisso stremato.
Lievi flutti carezzano insistenti il tormento
fino a smussarlo, fino a dissuaderlo.
Levigata superficie di cristallo
rifrange calore, amore.
Riflessi di anime nere svaniscono piano,
smarrito vapore fra oceani di dolore.
Fammi sapere e per il titolo... "Cicatrici di cristallo" ti va bene?
Ciao