Ieri, in un momento di alta ispirazione poetica, dovuta forse alla mangiata, a mezzogiorno, di uno sformato messicano al peperoncino abbondante, ho buttato giù questo sonetto del quale sono rimasto immensamente soddisfatto:
Lapo, i’ vorrei che tu e Guido ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un vasel, ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio;
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.
E monna Lagia e monna Vanna poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.
Soddisfato del mio lavoro, che mi fa vedere quanto io sia portato al sonetto del trecento, ho fatto leggere la mia composizione ad alcuni amici, per la verità buoni intenditori di questa arte poetica.
Apriti cielo! Mi hanno immediatamente contestato affermando che questo sonetto è stato composto addirittura nientepopodimeno che da Dante Alighieri.
Siccome contrastavo con grande foga la loro asserzione, allora essi mi hanno fatto vedere il sonetto dell'Alighieri, dicendomi: "Sei convinto ora che il tuo è un plagio?".
Ho meditato a lungo e ho risposto: "Non vedo perchè mi abbiate voluto fare codesta accusa. Io NON HO PLAGIATO nessuno, casomai si potrebbe parlare di una mia "REMINISCENZA LETTERARIA DEI TEMPI DI SCUOLA" alla quale mi sono ispirato, SENZA PERO' COPIARE NESSUNO.
E poi non avete letto assolutamente con attenzione il mio sonetto, che non ha nulla a che vedere con le composizioni di Dante. Guardate il primo verso. Io ho scritto: "Lapo, i' vorrei che tu e Guido ed io", mentre Dante ha scritto:"Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io", mentre nel primo verso della prima terzina io ho scritto: "E monna Lagia e monna Vanna poi", Dante invece poeta: "E monna Vanna e monna Lagia poi". Vi sembra che i versi siano eguali? Vi sbagliate di grosso e non accetto che parliate di plagio. La poesia è mia ed esclusivamene mia, e non capisco il perchè della vostra contestazione."
Ho pubblicato il sonetto su un sito di poesia in internet. Ho avuto fino a questo momento centottanta letture, trentasettte entrate in bacheca, di cui ventotto con l'affermazione che mi proponevano per la segnalazione, nonchè ventisette commenti, uno dei quali, addirittura stupendo, mi esaltava l'opera come di un grande poeta e concludeva con queste parole che mi hanno lasciato una grande gioia nel cuore per tanto riconoscimento: "Questa poesia è veramente dantesca!!!"
Mi viene a mente il mio conterraneo poeta Palazzeschi, che si fregava le mani dicendo beffardo: "Lasciatemi divertire!"