Autore Topic: La critica nella poesia  (Letto 4620 volte)

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Offline Gianpiero De Tomi

La critica nella poesia
« il: Lunedì 4 Febbraio 2013, 13:24:09 »
Pochi giorni fa, in una discussione fra amici, ho assistito a quello che i poeti e scrittori che condividono i propri scritti, temono maggiormente: ovvero la critica disinvolta, verso la propria opera. Ma ciò che mi ha colpito non è stata la critica in sé stessa probabilmente anche legittima ed espressa dal modo soggettivo di concepire l'espressione letteraria, ma la furiosa reazione del poeta. Probabilmente eccessiva, sicuramente fuori luogo, ha però messo in evidenza che, specie nelle poesie, quando si mettono a nudo in una forma più o meno corretta ed evoluta, le emozioni, una critica magari legittima ma espressa in modo poco ortodosso, realizza un'offesa personale molto intensa. Ed è questo un fatto piuttosto frequente, che si alterna con la successiva indifferenza e refrattarietà ad ogni altro parere. In realtà non è vero che il poeta abbia la convinzione di aver scritto qualcosa di stupendo ed intoccabile. E' invece chiaro che  l'opera, se espressa sinceramente è dolorosa sede di nervi scoperti, che appena stimolati, reagiscono violentemente.

Offline Amara

Re:La critica nella poesia
« Risposta #1 il: Lunedì 4 Febbraio 2013, 15:37:27 »
..nel momento in cui si condivide si deve essere disposti ad ascoltare qualsiasi opinione ed è fondamentale separare l’ “emozione” dallo scritto.. se la critica è corretta attiene al testo e non alla persona né al suo pensiero e quindi è ingiustificata qualsiasi reazione eccessiva che io ritengo riconducibile proprio a quello che tu neghi: il ‘poeta’  ha la convinzione di aver scritto qualcosa di stupendo ed intoccabile..

..peccato.. perché non c’è nulla che aiuti di più ad evolversi di una critica appropriata..

Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Lorenzo Crocetti

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Re:La critica nella poesia
« Risposta #2 il: Lunedì 4 Febbraio 2013, 16:11:17 »
Per personale esperienza mi tocca essere del tutto distante dalle "teorie" di Giampiero de Tomi, per me un po' troppo "profonde ed originali" e trovarmi invece in pieno accordo con Amara.
Vi sono un gran numero, anche proprio in questo sito, di "poeti" che scrivono poesie di una bruttezza e di una vacuità veramente improponibile, che a chi appena un poco se ne intende, appaiono veramente da buttare.
Un tempo io mi permettevo di dire quello che pensavo di certe composizioni, in forma, per la verità, non troppo addolcita, e la reazione di quei signori era talmente spropositata che la stessa redazione era costretta a togliere il mio commento e a lasciare il grande poeta nell'illusione di essere un grande della letteratura italiana.
Dopo varie esperienze, negative per me e che mi hanno fatto pensare che i commenti migliori, più graditi e più intoccabili siano quelli che dicono "bene bene bene, ottima ottima ottima, di grande impatto, degna di Omero" senza che spesso l'autore del commento non abbia neppure letto la poesia... a poesie funeraria e piene di dolore ho visto commenti tipo "una felice setimana, goditi e divertiti!"... ho cessato di commentare in questo modo, e se casomai rarissimamente mi capita di farlo addolcisco molto il commento. Altrimenti taccio. Un caso clamoroso è addirittura (degno dellintervento di esperti psicologi!) quello che riguarda gli autori che hanno il vizio di copiare le poesie degli altri, e, badiamo, non poeti di lontani continenti che possono essere poco conosciuti e quindi non vengono scoperti, ma addirittura poeti di grande impatto leterario, abbastanza conosciuti da molti.
Ebbene, quando questi poeti copiatori vengono scoperti, e si fa magari notare il plagio con le due poesie faccia a faccia (quello del vero autore e quella copiata), si stracciano le vesti, e, non potendo dire di meglio, affermano che hanno preso soltanto lo spunto, ma che la poesia è frutto della loro sensibilità ed arte. E ci credono davvero! Una cosa veramente penosa... roba da psichiatri.
A questo punto la cosa più conveniente è non curarsi di loro e pensare al proprio orticello. Sono certo che nel mio vi sono strimpellate (più che poesie) di nessunissimo valore. Ma almeno nessuno, dico nessuno, potrà dire che io ho artatamente copiato qualcosa per il gusto di ricevere elogi da chi non si è accorto della copiatura.
Ma questo ha uno scarso valore. I "poeti" che appartengono a gruppi "obbligati" a farsi commenti a vicenda, la loro unica soddisfazione dello scrivere "poesie" se la levano indipendentemente dal copiare o meno. Basta che scrivano la lista della spesa e troveranno sempre una accorrente pletora di esaltatori che dirà, al minimo: "Che stupenda omerica poesia!" (magari con qualche errore di refuso per la fretta...)

Max Ray

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Re:La critica nella poesia
« Risposta #3 il: Lunedì 4 Febbraio 2013, 18:01:38 »
Io ritengo che una critica esterna, se sincera e costruttiva, possa essere utile all'autore. Sta a questi valutare quanto il parere altrui possa portare benefici alle proprie composizioni. Io, per esempio, sono di gran lunga il peggior critico dei miei testi. Spesso, leggendone alcuni, mi capita di inorridire e chiedermi in quale stato etilico mi trovassi per concepire simili oscenità. Per questo, attualmente, ho solo 75 testi pubblicati in questo sito. Ne ho cancellati più di 300. Concordo sia con Lorenzo che con Amara. Molti autori sono troppo "affezionati" alle loro poesie e reagiscono malamente alle critiche negative. E' anche vero, però, che spesso, soprattutto in questo sito, le critiche siano in malafede. Frequentemente, alcune osservazioni negative sono volte a denigrare le opere altrui per esaltare le proprie. Tempo fa ho letto l'intervento di una ragazza che raccontava di un'autrice che aveva commentato una poesia pubblicata per il tema settimanale al quale partecipava anche lei. Sono andato a vedere e mi è dispiaciuto trovare conferma alle sue parole. Molti scrivono col cuore, riversando, su un foglio o sullo schermo, aspetti molto intimi della propria vita. Posso capire che una critica negativa, in quel caso, possa ferire l'autore. Ma ci sono autori con centinaia di pubblicazioni in bella mostra. E non tutte sono intime. Magari si potrebbe inibire il commento alle poesie emotivamente più importanti. Se, invece, la bacheca dei commenti fosse accessibile a tutti, non ci si dovrebbe offendere per i giudizi negativi. Ricordandosi sempre che ogni opinione è, per definizione, opinabile. Esiste certamente il gusto soggettivo, oltre alla bellezza oggettiva.
« Ultima modifica: Lunedì 4 Febbraio 2013, 18:03:30 da Massimiliano Ruggiu »

Offline Gianpiero De Tomi

Re:La critica nella poesia
« Risposta #4 il: Lunedì 4 Febbraio 2013, 22:35:01 »
Mi trovo d'accordo con ciò che avete osservato. In effetti, io sono un "teorico" della critica ed ho una predisposizione a credere nella buona fede di chiunque. Ma naturalmente, data la varietà del mondo, non è assolutamente possibile eseguire una classificazione senza tener conto delle sfumature caratteriali. Significa poter scrivere liberamente senza la spada di Damocle della critica distruttiva o costruttiva. Il motivo del topic è legato alla reazione nei contronti di una critica letteraria. Approfondendo l'argomento, anche notevoli personalità sono "intolleranti" alla critica, a volte una critica con tanto di esperti letterari. Non sono certo che l'argomento sia così semplice e facilmente liquidabile Crocetti. Sicuramente ci sono opere di basso spessore emotivo ed impatto letterario davvero lieve, però non era esattamente il punto, dato che si può anche ignorare l'opera classificata " scarsa". Invece la critica o meglio, l'opinione, ha un impatto che in ogni caso deve essere considerato e metabolizzato, specie se con spunti critici piuttosto affilati, che mettano in dubbio l'esposizione. E questo è assolutamente una proceduta difficoltosa da portare a termine, se la crudezza della critica viene riversata senza pietà sull'autore. 

Offline Antonio Terracciano

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Re:La critica nella poesia
« Risposta #5 il: Lunedì 4 Febbraio 2013, 23:23:29 »
Penso che si debba far partire questo discorso da lontano, dalle scuole (ho fatto l'insegnante per 36 anni, e penso di saperne qualcosa) , in cui gli Italiani, soprattutto i più giovani, sono stati abituati troppo bene (bravo, bravissimo, dieci, lode, ecc. ) per ogni compitino fatto o materia studiata in modo non più che normale. Quando poi c'è qualche piccolo concorso di poesia, indetto a volte da un giornale, ogni poesiola, anche se sgrammaticata (non parliamo di quelle magari scritte dalla mamma o copiate da qualche parte) , viene spesso lodata dall'insegnante di Lettere, perché scritta con sentimento...
La critica, invece, se educata, appropriata e rivolta non tanto al contenuto (con il quale si può essere o meno d'accordo e, anche in quest'ultimo caso, conoscere il parere degli altri dovrebbe comunque costituire sempre un arricchimento per l'autore) , ma alla forma, è sempre positiva, ed io, ad esempio, l'accetto volentieri (come ho scritto nella mia "biografia" di presentazione) : ringrazio ancora gli autori di quelle (poche) critiche che mi hanno permesso di correggere alcuni errori di distrazione; in qualche raro caso, se possedevo gli argomenti per avere ragione, ho chiarito pubblicamente i motivi che orientavano la mia scelta.
Ognuno di noi, del resto, come sembra suggerirci Ruggiu, a distanza di tempo ha gli strumenti per rendersi conto della maggiore o minore bontà delle sue creazioni (ecco perché credo che non dovremmo mai pubblicare qualcosa appena scritta) .

Offline paolo corinto tiberio

Re:La critica nella poesia
« Risposta #6 il: Martedì 5 Febbraio 2013, 21:17:20 »
il poeta è per sua natura, si sa, narcisista, ama se stesso e ciò che dal lui promana: le sue opere... figuriamoci perciò a maltrattarle!!  ;D
ciononostante chi critica un oggetto rappresentato come artistico deve tranquillamente e necessariamente infischiarsene di tale, a volte pernicioso, amore di sé, ma se è vera critica essa deve porre dei "limiti", fissare paletti, tracciare confini tra ciò ch'è di qua e ciò ch'è di là... tra oggetto artistico e mera impostura... tutto il resto è noi ao lamentevoli elucubrazioni come quelle di Crocetti... ;D
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Offline Elena Poldan

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Re:La critica nella poesia
« Risposta #7 il: Mercoledì 6 Febbraio 2013, 08:25:42 »
il poeta è per sua natura, si sa, narcisista, ama se stesso e ciò che dal lui promana: le sue opere... figuriamoci perciò a maltrattarle!!  ;D
ciononostante chi critica un oggetto rappresentato come artistico deve tranquillamente e necessariamente infischiarsene di tale, a volte pernicioso, amore di sé, ma se è vera critica essa deve porre dei "limiti", fissare paletti, tracciare confini tra ciò ch'è di qua e ciò ch'è di là... tra oggetto artistico e mera impostura... tutto il resto è noi ao lamentevoli elucubrazioni come quelle di Crocetti... ;D

Condivido in pieno. Ritengo tuttavia che la critica debba sempre tener conto della suscettibilità della persona, per cui dovrebbe essere garbata, leale, sincera e sicuramente, potrebbe rappresentare un efficace spunto per chi scrive, se questi sarà dotato dell'umiltà e dell'intelligenza necessaria per mettersi un po' in discussione. Ma, come appunto qualcuno nota (escludendo se stesso!) c'è chi si crede un grande poeta e nn accetta alcun appunto!
Prendiamoci meno sul serio e siamo più seri!

« Ultima modifica: Mercoledì 6 Febbraio 2013, 08:32:45 da Elena Poldan »
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Offline Gianpiero De Tomi

Re:La critica nella poesia
« Risposta #8 il: Mercoledì 6 Febbraio 2013, 13:20:24 »
La critica gentile, temo non esista dato che dovrebbe essere un parere molto specialistico ed oggettivo, legato alla materia, ed intendo qualsiasi materia. Però qui parliamo di "opinione" che è una questione differente. L'opinione deve essere sempre gentile ed equilibrata nell'esposizione, (non per questo accondiscendente) perchè essendo per natura soggettiva, non dovrebbe usare toni troppo crudi ed assoluti, altrimenti diventa malafede per screditare o lusingare. Sicuramente nei commenti, è sempre opinione e mai critica letteraria, a prescindere dalla preparazione del lettore, perchè della critica non interessa nulla a nessuno (ignorata proprio per la sua natura oggettiva), mentre l'opinione è sempre propositiva, tenendo conto che si tratta di altro punto di vista. Che poi la sensibilità del poeta, scrittore o come lo si voglia identificare, venga disturbata mi pare naturale. Infatti all'inizio del topic, portavo l'esempio di qualcuno che non sono era disturbato dall'opinione, ma si era ferocemente risentito di qualcosa che aveva percepito come affronto personale. Del fatto che alcune persone si sentano grandi poeti, non saprei; mi pare un inganno che ognuno deve risolvere da solo ed a nulla servirebbe cercare di convincerlo del contrario. Magari ci vuole solo un piccolo bagno di umiltà.

Offline poeta per te zaza

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Re:Sonetto criticante - La critica nella poesia
« Risposta #9 il: Mercoledì 6 Febbraio 2013, 13:50:17 »
Ispirata dal Sommo Vate, nella forma del sonetto dantesco – ABBA  ABBA CDE EDC

Nella speranza che il destinatario
lo accetti con lo stesso spirito goliardico
con cui è stato scritto, posto...





SONETTO CRITICANTE





Tanto saccente e supponente appare
il grande autore quando altrui accusa,
ch’ogni bocca non sa restare chiusa
o cerca, almeno in post, di replicare.

Scrivere sa: sentendosi lodare,
lui s’appalesa d’umiltà  vestito,
ma par che sia dall’alto del suo sito
sceso tra il volgo grezzo per poetare.

Mostrasi ben disposto a chi l’ammira,
ma monta negli astanti un fiero sdegno
per le scostanti critiche lanciate;

e  pare, a causa delle brutte entrate,
stia per uscire senza alcun ritegno
in coro dagli autori:”Se la tira!”










di sabbia e catrame è la vita...
o scorre o si lega alle dita...

Offline Elena Poldan

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Re:La critica nella poesia
« Risposta #10 il: Mercoledì 6 Febbraio 2013, 15:40:19 »
Chiarisco che parlando di critica nn mi riferivo certo a quella letteraria, ma solo a punti di vista personali, soggettivi quindi, che comunque potrebbero rappresentare degli spunti di crescita se costruttivi e fatti con intelligenza.

Complimenti a poeta per te zaza!  :laugh:
Un bel modo per stemperare i toni (di qualcuno!) e per ricondurre tutto a quel filo di leggerezza e simpatia che dovrebbe regnare in una piazza frequentata da menti gentili e aggraziate dall'arte, seppur amatoriale, della poesia...... oltretutto anche brava!
« Ultima modifica: Mercoledì 6 Febbraio 2013, 15:42:58 da Elena Poldan »
Elena

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Offline paolo corinto tiberio

Re:La critica nella poesia
« Risposta #11 il: Mercoledì 6 Febbraio 2013, 18:43:42 »
il titolo è: "La critica nella poesia", se invece di critica vi era la parola opinione, avrei scritto altre cose... critica e opinione sono due cose diverse e Kant che ha criticato la ragione pura, la ragione pratica e il giudizio si mangerebbe le mani se qualcuno cambiasse le sue "critiche" con "opinioni"... criticare è qui proprio fissare dei limiti, e nel campo estetico, anche se vi è una universalità soggettiva, pur sempre chi afferma che un'opera è bella non esprime un giudizio di gusto, che non si disputa, ma un giudizio estetico che aspira al consenso generale, vuole l'adesione all'universalità... altrimenti nessuno potrebbe dire niente di niente in estetica... c'è una paura di offendere qui dentro che non ha precedenti!... come se dire che una poesia è scadentissima, per questo e per quello, sia la massima abiezione morale, il massimo della presunzione e della saccenteria, la superbia incarnata... non è così, e chiunque ci ragiona su può capirlo... se si dicono le cose con cuore sincero, senza malanimo o livore verso gli altri qualunque giudizio negativo è sacrosanto e se vi sono problemi questi ineriscono soltanto il poeta incazzato... :)
salvatico è quel che si salva

Offline Gianpiero De Tomi

Re:La critica nella poesia
« Risposta #12 il: Mercoledì 6 Febbraio 2013, 22:24:55 »
oh si, questo verseggiare è davvero molto piacevole! Complimenti. L'essenza della poesia non è tanto lo stupire il lettore, ma forse soltanto lasciare, attraverso i versi un messaggio che sia doloroso o ironico. Ho sempre pensato ad una crittografia nascosta  attraverso varie estensioni sensoriali, esclusiva di chi abbia quella sensibilità adeguatamente sviluppata. In ogni caso ho chiamato "critica alla poesia" il topic, perchè emergessero tutte quelle considerazioni importanti sull'argomento.

Offline Michele Tropiano

Re:La critica nella poesia
« Risposta #13 il: Giovedì 28 Marzo 2013, 13:06:01 »
il titolo è: "La critica nella poesia", se invece di critica vi era la parola opinione, avrei scritto altre cose... critica e opinione sono due cose diverse e Kant che ha criticato la ragione pura, la ragione pratica e il giudizio si mangerebbe le mani se qualcuno cambiasse le sue "critiche" con "opinioni"... criticare è qui proprio fissare dei limiti, e nel campo estetico, anche se vi è una universalità soggettiva, pur sempre chi afferma che un'opera è bella non esprime un giudizio di gusto, che non si disputa, ma un giudizio estetico che aspira al consenso generale, vuole l'adesione all'universalità... altrimenti nessuno potrebbe dire niente di niente in estetica... c'è una paura di offendere qui dentro che non ha precedenti!... come se dire che una poesia è scadentissima, per questo e per quello, sia la massima abiezione morale, il massimo della presunzione e della saccenteria, la superbia incarnata... non è così, e chiunque ci ragiona su può capirlo... se si dicono le cose con cuore sincero, senza malanimo o livore verso gli altri qualunque giudizio negativo è sacrosanto e se vi sono problemi questi ineriscono soltanto il poeta incazzato... :)

il rimando alla critica della ragion pura del buon emanuele è azzeccatissimo: spero che qualcuno capisca... quoto in pieno
Exegi monumentum aere perennius
regalique situ pyramidum altius,
quod non imber edax, non Aquilo inpotens
possit diruere aut innumerabilis
annorum series et fuga temporum.
(Horatio, Carmina III, XXX)

Garbofania

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Re:La critica nella poesia
« Risposta #14 il: Domenica 31 Marzo 2013, 06:48:31 »
Recentemente sono stati cancellati alcuni miei "commenti" nei quali(PAZZESCO!) davo ragione al sig.Crocetti che esprimeva ironico disppunto sull'abitudine dei gruppi di "autoalimentarsi" con commenti ecc.Quoto l'ultimo intervento Di Paolo Tiberio e in generale son d'accordo con quel che dice Gianpiero.La critica "garbata" e gentile non è critica,ma solo espressione di inibizioni e paure,forse anche una presa per i fondelli.Evviva!